Meditazione sulla VII Domenica ordinario C – “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male col bene”

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
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“Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.”
Signore, ma cosa stai dicendo? Quello che tu dici è improponibile, come si fa a vivere queste cose? Il mondo è disseminato di violenti, di prepotenti, di approfittatori occorre non farsi schiacciare …
Queste obbiezioni racchiudono in sé già quello “spirito del mondo” così diffuso che se volessimo illustrarlo con un’immagine potremmo usare quella del pesce più grande che ingoia quello più piccolo, chi è più prepotente più forte, sotto ogni aspetto fagocita o perlomeno cerca di imporsi nei confronti di colui che è più debole.

Con questo linguaggio provocatorio, paradossale, pensiamo alla frase: “A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra”, spesso citata ed equivocata, Gesù traccia la figura del discepolo, dell’uomo nuovo proponendoci alti ideali e uno stile di vita molto impegnativo, utopico per certi aspetti. Eppure Lui ha vissuto tutto questo in prima persona. Sulla croce ha perdonato ai suoi crocifissori ed ha pregato il Padre per loro: “Perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Le parole di Gesù sono riferite al cuore e dette da Lui perché ha una grande fiducia in noi. Continue reading

IL TRIBUNALE DI COLONIA CONDANNA A 4 MESI DI CARCERE IL SACERDOTE CATTOLICO CHE HA CRITICATO LA LOBBY GAY In Finlandia un politico cristiano non propenso ai compromessi rischia di essere condannata per aver citato la Bibbia

Ha toccato un argomento a dir poco scottante, don Dariusz Oko, sacerdote polacco e professore dell’Università Cattolica di Cracovia, che ha deciso di affrontare il problema delle lobby omosessuali all’interno della Chiesa.
Lo ha fatto in un articolo pubblicato in tre numeri della rivista Theologisches, nei quali ha affermato «la necessità di resistere alle lobby omosessuali nella Chiesa» e in un libro dal titolo “La mafia della lavanda. Con i papi e i vescovi contro l’omolobby nella Chiesa”. Il professor Oko è stato denunciato da don Wolfgang Rothe, sacerdote che nei suoi scritti definisce invece le correnti gay come “un’immagine viva” della Chiesa.
Un’accusa, quella di don Oko, lanciata sulla base di alcuni precedenti che vedono coinvolto proprio don Rothe. Il sacerdote, infatti, si è “distinto”, il 4 novembre scorso, per aver impartito una benedizione omosessuale in una sauna per gay di Monaco di Baviera. Inoltre, nel 2004, aveva fatto circolare alcune sue foto che, incredibilmente, lo ritraevano mentre baciava sulla bocca alcuni seminaristi. Continue reading

L’ANALISI Abolire il super green pass: ce lo chiede l’Europa

Le norme italiane che hanno introdotto il green pass rafforzato e l’obbligo per gli over 50 contrastano con il regolamento UE n. 2288/2021 in materia di certificazione verde, in quanto incidono sulla libera circolazione delle persone. Ragion per cui qualsiasi giudice, investito della questione, ha il potere-dovere di non applicare queste norme.

La forte tensione sociale creata dall’introduzione, nell’ordinamento costituzionale italiano, della certificazione verde (cartacea o digitale) Covid-19 e dalla sua graduale estensione a quasi tutti gli ambiti della vita sociale da parte del legislatore d’urgenza pone alcune riflessioni non più procrastinabili in merito alla compatibilità della normativa italiana vigente rispetto al regolamento (UE) n. 953/2021.

In via preliminare, è necessario chiarire l’ambito di intervento dell’Unione Europea: favorire la libera circolazione delle persone e coordinare le politiche sanitarie tra i ventisette Stati membri i quali, ai sensi dell’art. 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 953/2021, rimangono, comunque, liberi di imporre «restrizioni per motivi di salute pubblica». Questo significa che i singoli ordinamenti statali dispongono della discrezionalità di adottare o meno il c.d. «green pass» e di prevedere per quali strutture, servizi o attività è richiesto, ma non possono spingersi fino al punto di derogare alle finalità indicate nella fonte comunitaria derivata, violando in questo modo l’ambito di competenza dell’Unione Europea quale risulta delineato dal Trattato di Lisbona del 2007. Continue reading

GIORNO DEL RICORDO Foibe, le vittime cattoliche e i criminali impuniti

La Chiesa rimase l’unica istituzione vicina al popolo dopo l’occupazione di Istria e Dalmazia da parte dei partigiani di Tito. Negli anni dell’immediato dopo-guerra, i vescovi Santin, Radossi e Camozzo, si adoperarono come poterono per salvare più italiani che poterono. Centinaia di religiosi e laici vennero trucidati. Nessuno pagò per quei crimini

Nella primavera del 1945, il comunista Josip Broz – nome di battaglia “maresciallo Tito” – allo scopo di estendere il controllo si dirige direttamente verso Fiume, Istria e Dalmazia e insedia là i Comitati popolari di liberazione – che assumono il potere politico-amministrativo e i cui membri sono quasi tutti slavi, con l’eccezione di alcuni italiani “di provata fede comunista”. L’Ozna – la polizia politica partigiana jugoslava – ha la missione di “epurare subito” la popolazione autoctona. Tra il ’44 e la fine degli anni Cinquanta, infatti, chi non si sottomette, e non riesce a scappare, viene eliminato nelle foibe. Quei crepacci naturali, imbuti che sprofondano nelle voragini della terra fino a 200 metri: come un grattacielo che finisce a testa in giù e si sviluppa nel buio della terra.

È la Chiesa Cattolica a diventare, in breve, l’unico riferimento naturale in un clima di terrore ed incertezza dettato dal comunismo. Pagherà per questo un prezzo altissimo, e che di rado è stato raccontato. La manifestazione più significativa si ha il 22 giugno 1946, è la festa del Corpus Domini. A Fiume, Tito dichiara lavorativo il giorno e manda i suoi militari a fare pressioni perché venga rispettata l’ordinanza da tutti. Ma la stragrande maggioranza dei fiumani la ignora e la popolazione si riversa nelle vie centrali e intorno alla Cattedrale per seguire e fiancheggiare la processione che il vescovo Camozzo non aveva voluto annullare. Quel Corpus Domini ebbe tutto il sapore di una testimonianza estrema da parte di una comunità demoralizzata, ma che la Chiesa non abbandonò mai. Continue reading

VI Domenica ordinario C – Beatitudini e guai …

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Oggi ci viene riproposto il vangelo delle beatitudini, quello che qualcuno ha definito come la Magna Charta del cristianesimo, quello che Ghandi ha qualificato come tutto il cristianesimo. Un discorso difficile che va contro la logica del mondo che proclama ben altre beatitudini e  beati. Beati i ricchi, beati, i potenti, beati i famosi, chi ha successo, chi è grande e appariscente sul grande palcoscenico del mondo.
Perché, quindi proclamare beati i poveri chi ha fame, chi piange? Beati nella misura in cui si riuscirà a comprendere che quelle che sono le realtà transitorie del mondo non bastano all’ uomo per avere la felicità e scoprire il vero senso della vita, che abbiamo bisogno di altro, di Qualcun’ altro.
Un giornalista ha scritto: “Con tutto il progresso che abbiamo raggiunto
(ma che oggi dimostra tutta la sua fragilità –aggiungo io) non siamo in pace né con noi stessi né con il mondo intero. Anzi l’uomo non è mai stato tanto povero spiritualmente povero come da quando è diventato ricco materialmente” ( TizianoTerzani)  Continue reading

AVVENIRE E ALETEIA CONTRO I CATTOLICI NON ALLINEATI AL POTERE

Media cattolici pro vax sono finanziati da Soros e Gates come, ad esempio, un consorzio guidato da Aleteia (in combutta con le compagnie che producono i vaccini) per silenziare i giornalisti cattolici non allineati 

Il problema della Pandemia, come è sempre più chiaro anche dopo gli ultimi provvedimenti del governo, non è contrastare il virus, ma combattere i No Vax. Questo termine – lo ripetiamo da tempo sulla NBQ – è diventato una sorta di parola magica, un termine per identificare l’antagonista, il nemico. Il capro espiatorio di ciò che sta accadendo, compresi i fallimenti delle strategie di contenimento dell’epidemia. Un termine quasi metafisico, o metapolitico. Non è un caso che l’origine della parola venga proprio dal gergo politico.
Fu coniato nel 2017, quando il ministro della Salute Beatrice Lorenzin introdusse l’obbligo coercitivo per dieci vaccinazioni per l’infanzia. Per i genitori che non volevano sottoporre i propri figli a questa pratica, c’erano sanzioni economiche e soprattutto l’allontanamento dei bambini dalle scuole. Eravamo in un clima di piena retorica dell'”inclusione”, ma lo Stato cominciava a espellere dalle scuole statali e paritarie chi non si adeguava. E per i genitori che protestavano, venne coniato questo termine spregiativo, “No Vax”, che riprendeva il celebre “No Tav” attribuito a coloro che si opponevano alla realizzazione dell’Alta Velocità in Val di Susa, identificati come violenti oppositori del progresso.
E così cominciò a far capolino sulla stampa questa parola, No Vax, ora diventata la più usata, la più celebre, la più esecrata dell’era pandemica. Si odia più il No Vax che il virus stesso, e lo si vede dall’odio bestiale presente sulla Rete, sui Social, nelle chiacchiere della gente. Continue reading

V Domenica Ordinario C – Sulla tua Parola

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore

V domenica del Tempo Ordinario – Anno C- 7 febbraio 2016 | Parrocchia S.  Timoteo - Termoli (CB)

Immaginiamo la scena che ci descrive Luca, Gesù che dalla barca di Simone insegna alle folle. Queste folle che sono affamate non tanto di una voce diversa, affamate di avere risposte sulla loro vita, su Dio, sul Messia che è atteso. Folle che hanno percepito che in Gesù vi è qualcosa di nuovo, di unico, di mansuetudine.

Noi spesso pensiamo alla mansuetudine come debolezza in realtà e qualcosa di molto diverso.
“La mansuetudine è una virtù gloriosa che ha molti effetti buoni e benefici, di grande importanza per noi nel nostro servizio e nelle relazioni con il nostro prossimo. La pazienza ci rende capaci di agire nel modo giusto in ogni genere di tribolazioni e difficoltà. La mansuetudine ci rende capaci di fare ciò che è giusto nel nostro servizio e qualsiasi cosa facciamo.” (G. Skerosen in Cristianesimo Attivo)

Anche oggi il Signore continua ad insegnare dalla barca che è la sua Chiesa e la manda a gettare le sue reti nel grande mare del mondo. Una barca che magari ha anche bisogno di restauri, di lavori di manutenzione per fare brillare la verità del Vangelo e solo quella, senza lasciarsi sedurre dalle vanità del mondo e senza cedere e seguire le passioni dettate dall’ egoismo e dai “pruriti” degli uomini. Continue reading

IL CASO Scienza e morale: Amato parte con uno scivolone

La legge 40 non ha posto il limite di tre embrioni per motivi scientifici – come asserisce il neo presidente della Corte Costituzionale Amato nel corso della sua conferenza stampa dopo l’elezione – ma per motivi giuridici che trovano un loro fondamento in valutazioni morali. La ricerca scientifica offre dei dati, dei fatti, la tecnica indica delle possibilità relative a questi dati e poi sta alla coscienza del governante e del giudice usare di tali possibilità in modo retto dal punto di vista morale.

Conferenza stampa nel neo presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato tenutasi il 29 gennaio scorso. La giornalista Alessandra Lemme dell’agenzia di stampa LaPresse pone una domanda sui vaccini inoculati ai bambini.

Amato fa un’ampia premessa e così risponde (37’, 50’’): “C’è una giurisprudenza costante nostra che in materie nelle quali c’è un peso della cosiddetta scienza e c’è poi una decisione politico-legislativa, la Corte tende a dire ‘Se non è dimostrata la impellente ragione per cui ci si è discostati dalle ragioni della scienza, noi diamo più credito alle ragioni della scienza che alle altre’. Pensate che questo è stato un ragionamento che è stato fatto per l’impianto degli embrioni in sede di fecondazione artificiale quando, chiaramente allo scopo di evitare, diciamo, la dispersione di embrioni che erano stati formati, il legislatore disse che, se ne facevano tre, dovevano essere impiantati nella donna tutti e tre. Il che portò a constatare che magari questo corrispondeva a ciò che serviva a consentire la gravidanza a donne che avessero superato una certa età, mentre in una donna giovane, molto giovane, questo portava al parto trigemino che la donna poteva non aver cercato. Per cui la regola del ‘tre obbligatorio’ imposta da ragioni diverse da quelle indicate dalla scienza che si era occupata degli embrioni venne ritenuta una scelta illegittima”. Poi Amato arriva a parlare del tema dei vaccini sui minori.

A noi però interessa questo passaggio sulla fecondazione artificiale (vi sono altri passaggi che toccano temi eticamente sensibili, ma per ragioni di spazio ci soffermiamo solo sull’intervento appena menzionato).

In via preliminare notiamo che anche per il neo presidente esiste la scienza, anzi la Scienza, ossia un corpus monolitico di certezze inoppugnabili, quasi una personificazione della verità. Invero non esiste la Scienza, bensì la comunità scientifica e gli studi scientifici che, spessissimo (vedi Covid), riportano dati contrastanti tra loro.

Insomma: esiste il dibattito scientifico e per arrivare alle evidenze scientifiche su un particolarissimo argomento servono anni ed infiniti studi.

In secondo luogo, il riferimento alla scienza che Amato compie in relazione alla fecondazione artificiale non è molto pertinente. Sarebbe stato più pertinente il riferimento alla tecnica, che sicuramente opera rifacendosi anche ai dati scientifici, ma che in materia di fecondazione extracorporea la fa da padrona. Continue reading

Signore allontanati da me che sono un peccatore (Lc 5,1-11)

Perché proprio a me che sono peccatore? Te l’ho chiesto tante volte, Signore, sentendomi inadeguato davanti alle richieste dei fratelli, che vedono in me un uomo di religione, un esperto di catechesi, una persona buona.

Mi vergogno profondamente dei miei molteplici errori, dei momenti di ira e di orgoglio, dei vizi insuperabili e della distanza della mia vita dal tuo Vangelo.

Mi sento sbagliato quando mi assalgono dubbi sulla fede e ne trovo più in un bambino che in me, quando scarico le mie frustrazioni sugli altri, quando difendo idee che non riesco a condividere appieno.

Vorrei raccontare a tutti che io non sono migliore di nessuno, che la mia vita a volte è un inferno, per colpa mia, che conosco le soluzioni ma non riesco ad attuarle.

Non ho bacchette magiche, non sono un modello, non ho trovato e forse non troverò le risposte a tutti i miei perché.

Anch’io, come Pietro, ti chiedo di allontanarti. E tu assurdamente, ti avvicini. Accetti la sfida. Anzi, sai che a
partire dall’umiltà e dalla verità si può iniziare a costruire.

Anzi riconosci di essere venuto proprio per questo: guarire chi sente il bisogno di essere guarito, salvare chi sente il bisogno di essere salvato.

Anzi elargisci il tuo Spirito per ricucire quella stoffa che si è logorata col tempo, per consolare quell’anima trafitta dalle intemperie, per sostenere il percorso che è, necessariamente, cammino.

Per questo ti chiedo di poter continuare a incontrare la gente chinando la testa, a porgere le mie esperienze dal basso verso l’alto, a ricordarmi di essere una matita impugnata da mani ben più salde, le tue.

[S. Messina –P. Raimondo in suo padre uscì a supplicarlo]

 

 

IV Domenica ordinario anno c, meditazione- All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

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Gesù non viene accettato, questo accade ancora oggi e con Lui il suo messaggio che conferma per tanti l’incredulità non solo della fede, ma anche dell’umanità che rifiuta la verità su se stessa e non solo da un punto di vista religiosa, ma umano.

Ma perché gli abitanti di Nareth si arrabbiano con Gesù e vogliono addirittura toglierlo di mezzo?

Danno troppo per scontata la conoscenza di Gesù: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Non riescono ad aprirsi davanti al mistero della sua persona. È accaduto a tanti storici o pseudo storici che lo hanno voluto ricondurre ad una figura umana certamente anche significativa, riducendo il suo insegnamento ad un insegnamento puramente morale elevato così da essere ridotto per certi aspetti ad un’utopia.

Al contrario il suo messaggio è un’occasione di rinnovamento della nostra vita dal male, dalla nostra incapacità di amare in modo vero, per il credente da ciò che allontana da Dio: il peccato, e per tutti di crescita nella fraternità, nella giustizia, nella speranza e nella verità sull’uomo, sulla vita e sulla morte. Continue reading