Riflessione per il venerdì Santo

Allora come tutti i morenti, cominciò a ripensare la sua vita. Tutta la sua vita a Nazareth
Si rivedeva nel corso della sua esistenza.
E si chiedeva come aveva potuto farsi tanti nemici?
Era una follia. Come era riuscito a farsi tanti nemici?
Era una follia. Era una sfida …
Era la grande festa della salvezza del mondo.

Quelli della città, quelli dei sobborghi, quelli delle campagne. Continue reading

GIOVEDì SANTO 2022

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi

—————————————————————————————————————————-

Con questa celebrazione iniziamo la celebrazione del Triduo Pasquale. Questa sera siamo chiamati a rivivere l’ istituzione dell’Eucaristia, del Sacerdozio ministeriale, e il gesto della lavanda dei piedi, che pone davanti a noi una parola importante: Servizio. Vi è una discussione sorta fra i discepoli su chi poteva essere considerato il più grande Gesù aveva detto: “Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve”

Allora assieme alla parola Eucaristia, sacerdozio, mettiamo questa parola: Servizio, che fa un po’ da denominatore comune. Gesù continua a servire nell’Eucaristia, chi esercita il ministero sacerdotale si pone a servizio della Chiesa e della missione che Gesù stesso le ha affidato: “fate questo in memoria di me”. Che possiamo tradurre in questo modo: fate della vostra vita un dono: il dono di voi stessi come ho fatto io, nell’ Eucaristia, ma anche nel servizio al progetto del Padre e dei fratelli. Continue reading

Domenica delle Palme 2022

 

Più che una vera e propria omelia offro una piccola meditazione su questa Domenica in cui contempliamo la Passione del Signore

Davanti a noi due scene: Gesù osannato e poi misconosciuto, condannato e crocefisso.
La folla, le persone che osannano sono le stesse che poi urleranno crocifiggilo, ma Gesù è sempre lo stesso. Nel nostro cammino quaresimale siamo giunti alla meta, ormai. Bisogna, però, attraversare una grande porta, quella del dolore, della sofferenza che conduce alla fine della nostra vita fisica perchè si possa poi entrare in un grande orizzonte di luce, di vita piena, di pace: il Paradiso, la Risurrezione.

Osanna dignifica “salva”. Continue reading

IL CASO DI TORINO Cresima a trans: l’ipocrisia e l’accettazione dello scandalo

Una persona che ha chiesto di mutare la propria condizione sessuale si è chiaramente posta in opposizione alla volontà di Dio. L’utilizzo del nome di Battesimo è importante per sottolineare il legame strettissimo tra questo sacramento ed il Battesimo. Per questo l’indicazione della Curia finisce per avallare pubblicamente, all’interno del Rito, lo scandalo che la persona che ha deciso di “cambiare sesso” ha suscitato nella comunità.

Il caso che si è presentato nell’arcidiocesi di Torino non è il primo e purtroppo non sarà l’ultimo. La posizione della Curia locale risulta come minimo lacunosa e non esente da ipocrisia.

Partiamo da quest’ultimo aspetto. Sappiamo che la Curia di Torino ha dato indicazione di scrivere sugli appositi registri il nome di Battesimo della persona che ha richiesto la Cresima e non invece quello “nuovo” presente nello Stato Civile. L’indicazione seguirebbe una Notificazione della Presidenza della CEI del 21 gennaio 2003, nella quale vengono fornite indicazioni su eventuali variazioni da apportare nel caso di «fedeli che si sono sottoposti a interventi di cambiamento di sesso e hanno ottenuto il relativo riconoscimento agli effetti civili delle avvenute modifiche anatomiche e anagrafiche». Nella Notificazione vengono genericamente richiamate presunte indicazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione per il Clero, le quali vanno nella direzione di non apportare «alcuna variazione anagrafica sui Libri parrocchiali», perché la condizione canonica del fedele è definita dalla nascita, e non dalle autorità civili.

Tuttavia, la Presidenza della CEI, «a motivo delle eventuali situazioni che si potrebbero presentare in futuro per tali fedeli», ritiene di annotare a margine l’avvenuto «intervento» unicamente per quanto attiene agli effetti civili della mutata condizione del fedele, indicando al riguardo la data e il numero di protocollo della Sentenza del Tribunale Civile competente e/o del documento rilasciato dall’Ufficio dello Stato Civile. Questa annotazione – si precisa – «non potrà essere fatta valere dalla persona interessata per avviare l’istruttoria ai fini di un eventuale futuro matrimonio da celebrare nella forma concordataria». Continue reading

SACRAMENTI NEL MIRINO LGBT “Ti battezzo femmina… e ti cresimo maschio”: Torino svolta sui trans

 

Torino. Donna “diventa” uomo e vuole la Cresima. Il parroco chiede in curia e il responso della Diocesi è favorevole: “Ok a cresimare col nome nuovo, ma nel registro scrivere quello di battesimo e registrare il cambiamento”. La Bussola racconta l’imbarazzo del parroco, la mail della curia che dà il via libera e la nuova tappa nella demolizione del Catechismo: se la natura non conta più nulla, ma solo i “diritti” della persona, allora crolla tutto

“Io ti battezzo femmina… e ti cresimo maschio”. Non è una gag di Checco Zalone, ma potrebbe essere l’ultimo capitolo della saga “E la Chiesa si rinnova…”, per parafrasare una celebre canzone di Gaber.

Chiesa e trans. Nel già ricco carnet di episodi poteva mancare anche quello relativo alla concessione del Sacramento della Cresima? Sembra di no, e a non negarlo con tanto di cambio di nome di colui che prima era una lei e ora si fa chiamare lui, potrebbe essere – come apripista – la diocesi di Torino che ha autorizzato nei giorni scorsi un parroco a celebrare il Sacramento della Confermazione a queste condizioni.

Autorizzato, non vuol dire che il Sacramento verrà certamente celebrato, perché come la Bussola ha potuto verificare direttamente, il parroco, il quale dovrebbe comunque essere delegato dal vescovo, non se la sente di spingere l’acceleratore su un sacrilegio di un rito che dà per scontato il cambio di sesso che la Chiesa ancora condanna, però, come disordine morale. Ma i fatti dicono che dalla diocesi e quindi dal vescovo, arriva un sostanziale e formale via libera a cresimare col nome “nuovo”, contraddicendo così quello del battesimo.

I fatti, così come sono stati verificati personalmente dalla Bussola, sono i seguenti:

Nella parrocchia della Stimmate di San Francesco d’Assisi arriva una richiesta di Cresima. A farla è una donna che dopo un intervento cosiddetto di riassegnazione del sesso ora si fa chiamare come un maschio.

Battezzato donna e cresimato maschio? Possibile? Il parroco don Antonio Borio chiede aiuto alla curia e la curia, con solerzia, risponde così: cresimare col nuovo nome e registrare il nome di battesimo naturale, ma apponendo in calce data e numero di protocollo della sentenza del tribunale civile che certifica l’avvenuta riassegnazione sessuale.

Dopo la risposta, il parroco ne ha parlato con diversi collaboratori parrocchiali e con altri confratelli, per confrontarsi sul da farsi. Un po’ titubante «perché coi Sacramenti non si scherza», un po’ «desideroso a dare una risposta a questo/a fedele». E di bocca in bocca, di commento in commento, alla luce della risposta della curia, la cosa ha travalicato anche i confini del Piemonte. Continue reading

O Cristo glorioso (preghiere in preparazione alla Pasqua)

«O Cristo glorioso!
Influsso segretamente diffuso in seno alla Materia, e Centro sfavillante in cui si congiungono le innumerevoli fibre del Molteplice.
Potenza implacabile come il Mondo e calda come la Vita; o Tu la cui fronte è di neve, gli occhi di fuoco, i piedi più scintillanti dell’oro in fusione.
Tu, le cui mani imprigionano le stelle; Tu che sei il Primo e l’Ultimo, il Vivente, il Morto ed il Risorto;
Tu che raccogli nella Tua esuberante unità tutti i fascini, tutti i gusti, tutte le forze, tutti gli stati;
sei Colui che il mio essere invocava con un’aspirazione vasta quanto l’Universo.
Tu sei veramente il mio Signore ed il mio Dio».
«Racchiudimi in Te o Signore!».

(Teilhard de Chardin scienziato , paleontologo e geologo, e sacerdote gesuita)

 

Pasqua cristiana e Pasqua ebraica: significato religioso e rituali

Preghiera in preparazione alla Pasqua

 

Che la Pasqua sia per tutti una memoria spiritualmente eversiva.
Solo allora questa allucinante vallata di tombe che è la terra, si muterà in serbatoio di speranze.
Chi spera, cammina: non fugge.
S’incarna nella storia, non si aliena.
Costruisce il futuro, non l’attende soltanto.
Ha la grinta del lottatore,
non la rassegnazione di chi disarma.
Ha la passione del veggente,
non l’aria avvilita di chi si lascia andare.
Cambia la storia, non la subisce.
Ricerca la solidarietà con gli altri viandanti,
non la gloria del navigatore solitario.
Chi spera è sempre uno che “ha buoni motivi”,
anche se i suoi progetti
portano sempre incorporato
un alto tasso di timore.

(Don Tonino Bello).

 

Settimana Santa - Pasqua 2021 • Studio Legale Antoci Avvocato a Nicolosi