Breve meditazione sull’ Assunzione della Vergine al cielo – 15 Agosto

 

“… Poteva il corpo di Maria essere destinato alla corruzione del sepolcro? Poteva il corpo di Maria essere estraneo alla vittoria del Figlio, cioè alla risurrezione? Ecco che la Chiesa nell’archivio della sua fede, custodisce la splendente notizia che Maria, al termine della sua vita terrena, è stata assunta in cielo con la sua anima e con il suo corpo: è quanto di più logico poteva accadere … ed è accaduto! Sia benedetto Dio per questa meravigliosa e coerente storia d’amore. Ma il messaggio dell’ assunzione di Maria non finisce qui. Ci ricorda che anche il nostro corpo è destinato al trionfo della risurrezione; anche il nostro corpo è chiamato a essere visibilità luminosa della vita divina, che è stata seminata nel nostro santuario interiore. E dobbiamo preparare il corpo e coinvolgerlo, fin da quaggiù, in questo meraviglioso destino”

Card. Angelo Comastri

Vangelo del giorno: Assunzione della Beata Vergine Maria. C'è un destino  comune che abbraccia l'umanità

XX Domenica ordinario anno C – meditazione- Una fede divisiva?

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
_______________________________________

Gesù parla di un fuoco che è venuto a portare, ma qual è questo fuoco? È il fuoco del Vangelo, dell’amore che il discepolo è chiamato a vivere.
Ma è proprio così? Oppure noi cristiani più che sentire il fuoco dell’amore di Dio, che Gesù ci ha fatto conoscere in quel battesimo di cui parla, che è quello della sua Passione-Morte-Risurrezione ci siamo spenti, annaffiati dalle seduzioni di una vita che poi non è molto dissimile da quelli che non credono, da quelli che riducono la fede ad un tran tran di alcune pratiche religiose, e ci sentiamo a posto.
Ci sentiamo ardere il cuore quando ascoltiamo l’annuncio del Vangelo oppure…

A Natale sentiamo: “Pace in terra”, in ogni Eucaristia sentiamo ripetere: “Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace”. Ma allora, Signore, cosa vuoi dirci oggi?
Le tue parole sono forti: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.”.

Un commentatore ha scritto: “Tutte le affermazioni di Gesù (sulla pace) sono vere. Egli è il grande costruttore della pace, e ci chiama tutti a costruirla con Lui. Ma attenzione. La pace di Gesù non è il quieto vivere nel benessere materiale, non è la tranquillità del disimpegno, non è la comoda accettazione dell’ingiustizia, della prepotenza e dei vizi che degradano la vita umana. La pace che Cristo ci porta non è la resa al male. La pace che ci porta Gesù è il frutto di una continua e aspra lotta contro il male che cerca di crescere in noi e accanto a noi. La pace che ci porta Gesù è la serenità che nasce dal sapersi nelle mani di Dio, in amicizia con Lui e con i nostri fratelli” Continue reading

Dal Vangelo secondo Luca XIX Domenica ordinario C- Fede e vigilanza

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
_______________________________________________________________

Vorrei fermarmi con voi a riflettere su due temi che con chiarezza emergono dalle letture che abbiamo ascoltato. Il primo è quello della fede e il secondo è quello della vigilanza.

Il Catechismo della Chiesa cattolica ci dice che la fede è un dono di Dio, la riceviamo con il nostro Battesimo che
per perseverare crescere e vivere ha bisogno di essere nutrita dalla Parola di Dio operare dalla carità e sostenuta dalla speranza, ma che può essere anche persa se non alimentata Continue reading

Meditazione XVIII Domenica anno C – tenetevi lontani da ogni cupidigia

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
_____________________________________________

Non è che il Signore ce l’abbia particolarmente con la ricchezza, anche se tante volte ci mette in guardia da questo pericolo come oggi in cui esorta a tenerci lontani da ogni cupidigia. Cos’è la cupidigia? È l’avidità sfrenata di ricchezze, di possesso: di denaro; di ciò che hanno gli altri, dal pericolo del possedere che distoglie e allontana da Dio facendo pensare all’ uomo di poter disporre della propria vita indipendentemente da Lui.

Attraverso la richiesta della divisione dell’eredità e dell’uomo della parabola ci viene offerta l’opportunità di esaminarci sul nostro rapporto con i beni, sulla ricchezza e sul nostro desiderio di possedere, di avere sempre di più.

Una volta il possedere qualcosa veniva considerato in un contesto di sussistenza oggi è diventato un idolo. Il denaro è diventato qualcosa attraverso il quale si pensa di avere accesso a tutto, non solo le cose materiali, ma anche salute, successo, prestigio, onorabilità e si pensa di potere comprare anche le persone. Per fortuna vi è qualcosa che il denaro e la ricchezza non possono comprare che è l’amore, quello autentico, quello vero che è ciò che appaga veramente il cuore dell’uomo rendendolo autenticamente ricco.

La prima lettura
Dal libro del Qoèlet  Continue reading

MEDITAZIONE XVII DOMENICA ORDINARIO ANNO C: PREGATE

 

Dal Vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

___________________________________________________________________________

Tutta la Parola di Dio ci porta oggi a riflettere su quella caratteristica che dovrebbe animare la vita del Discepolo: La preghiera.
La prima lettura quella di intercessione di Abramo per Sodoma e Gomorra, nel Salmo responsoriale abbiamo pregato: Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto, nel Vangelo Gesù di fronte alla richiesta dei discepoli  risponde con la preghiera del Padre nostro poi ancora l’esempio di colui che chiede i tre pani. Di fronte a questa Parola siamo chiamati seriamente a riflettere su quanto spazio occupi la preghiera nella nostra vita; se è un optional e se fonda davvero la nostra esperienza di discepoli. Gesù è uomo di preghiera. Prega di notte, in località deserte, prega poco prima della Passione nell’ orto degli ulivi. È impossibile nel breve spazio di un’omelia approfondire ed esaurire il tema della preghiera, anche perché, come una pietra preziosa, essa ha molte facce. Vi è la preghiera di intercessione, di richiesta, forse quella più diffusa, di lode, di ringraziamento, di abbandono, di contemplazione, la preghiera in famiglia, quella comunitaria e potrei continuare.
Mi limito ad alcune sottolineature.

La prima domanda che possiamo porci è: “Perché pregare?” Perché la preghiera deve essere l’ossatura che sostiene la nostra fede?
Oggi la vita frenetica che ci siamo imposti dà poco spazio alla preghiera che può arrivare anche a rasentare come una specie di superstizione. Continue reading

La pace interiore (Imitazione di Cristo)

… Così ho detto: ” io vi lascio la pace, vi dono la mia pace; non quella però che dà il mondo” (Gv 14,27). Tutti tendono alla pace; non tutti però si preoccupano di ciò che caratterizza la vera pace. La mia pace è con gli umili ei miti di cuore; e la tua pace consisterà nel sape molto sopportare. Se mi ascolterai e seguirai le mie parole, potrai godere di una grande pace.
Che farò dunque?
In ogni cosa guarda bene a quello che fai e a quello che dici. Sia questa la sola intenzione, essere caro soltanto a me; non desiderare né cercare altro fuori di me; non giudicare  mai avventatamente quello che dicono o fanno gli altri e non impicciarti in faccende che non ti siano state affidate.
In tal modo potrai essere meno turbato, o più raramente; ché (perché) non sentire mai turbamento alcuno e non patire alcuna noia, nello spirito e nel corpo, non è di questa vita, ma è condizione propria della pace eterna.

Dall’ Imitazione di Cristo  

 

STAMPA-SU-TELA-INTELAIATA.Archivio-Cm_42_X_33-Gesù-Cristo-Volto-sindonico-sacra-Religione-Chiesa-Gesù-Cristo-Viso,-Quadro-su-tela-fine-art-Figurativo,-Canvas-intelaiato-100%cotone-380gr  : Amazon.it: Casa e cucina

 

XVI Domenica ordinario anno C – Ospitalità … accoglienza

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»
______________________________________________________

Marta e Maria, a volte vengono messe in contrapposizione. Cosa privilegiare? Una fede che nasce da una specie di quietismo o una fede che nasce dall’ attivismo? In realtà non è così? Prendiamo una moneta, anche
l’euro, ha due facce, che in realtà penso anche un po’ bruttine. Così anche della fede, che si esprime con due modalità come dice il Vangelo. Marta e Maria conoscono Gesù e lo accolgono nella loro casa. Ma andiamo a vedere come. “Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola.”

«La fede nasce dall’ascolto». Lo dice san Paolo nella Lettera ai Romani, riducendo al minimo i vocaboli (Rm 10,17). La fede è relazione personale, è relazione fra persone perché è fiducia interpersonale e nasce dall’ascolto dell’altro.

“Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”. Dice Gesù a Marta.
Ma cosa significa quello che potrebbe sembrare un rimprovero che viene fatto a chi si sta facendo in quattro per accogliere l’ospite, arrivato. Significa una cosa molto semplice. Certo quello che sta compiendo Marta sono segni di considerazione e di amicizia verso Gesù ma vi è qualcosa che sta a monte di tutto questo, che viene prima: l’accoglienza interiore da cui potrà poi nascere tutto il nostro agire. Conoscere Gesù e il Vangelo, pregarlo e accettare i suoi insegnamenti. Tutto questo può nascere, però solo se noi ci mettiamo in ascolto della sua Parola. Ascoltando la Parola potremmo poi immergerci in un vero autentico servizio agli altri. Come una moneta che ha due facce, come il nostro corpo che ha due polmoni Maria e Marta rappresentano le caratteristiche del discepolo, non uno piuttosto che l’altro non la contemplazione contro l’azione, ma un binomio inscindibile.

Solo così potremo compiere gesti di carità autentica come quello del buon samaritano che ascoltavamo Domenica scorsa. Azione che trae il suo nutrimento dalla preghiera.
A questo punto occorre che riflettiamo su come sia la nostra preghiera. Se essa assomiglia ad un grande elenco di richieste, oppure un’ora circa di Messa domenicale, per carità l’Eucaristia è la preghiera per eccellenza, ma è veramente un accogliere con tutti noi stessi, mente, cuore, Gesù e con Lui il vangelo imitando Abramo che accoglie i tre uomini alle querce di Mamre. Continue reading

RIVOLUZIONE VATICANA Pastori scelti dalle “pecore”: c’è un problema con laici e donne nel dicastero

Inversione tra pastori e pecore: le pecore finiscono per svolgere il ruolo dei pastori, nella scelta dei propri pastori; sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI avevano messo in guardia dal clericalizzare i laici, conferendo loro ruoli e ministeri che spettano invece ai ministri sacri. Il problema delle tre donne (una laica) scelte dal Papa nel Dicastero dei vescovi non è di abilità e competenze, ma di ordine sacro. Una manovra sbadata di “modernizzare” la Chiesa o un ulteriore passo verso il sacerdozio femminile?

Quota rosa al Dicastero per i vescovi. Dopo la nomina, a novembre dello scorso anno, di suor Raffaella Petrini, delle Suore Francescane dell’Eucaristia, come segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, è ora venuto il momento della nomina di tre donne come membri del Dicastero dei vescovi.

Il Papa aveva anticipato la nomina di due ladies, circa una settimana prima, durante l’intervista concessa a Phil Pullella della Reuters (vedi qui). Ma, come si sa, non c’è due senza tre; e così sono ben tre le donne che condivideranno con gli altri membri, tutti vescovi (e un abate), la responsabilità per la nomina dei vescovi, nonché della costituzione, raggruppamento o soppressione di chiese locali e dell’erezione di Ordinariati militari o personali, compiti propri del Dicastero presieduto dal cardinale Marc Oullet.

Oltre alla già in carriera suor Raffaella Petrini, la quota rosa sarà nutrita anche dalla presenza della superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sr. Yvonne Reungoat, e dalla sociologa argentina Maria Lia Zervino, presidente dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche e appartenente all’Ordo Virginum. La notizia è stata generalmente accolta con favore, quale segno di apertura della Chiesa cattolica alle donne e riconoscimento del loro peculiare contributo. Continue reading

” Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te” ( S. Agostino)

… la vita stessa ci pone l’ interrogativo di chi siamo veramente, di cos’è la vita, del senso di quello che facciamo. Sperimentiamo in noi stessi una serie di dubbi e di domande che restano senza risposta, che ci rimandano a una dimensione “altra” della vita. Tecnicamente si dice che abbiamo in noi un’eccedenza, un bisogno di pienezza che nessuna realtà umana riesce a colmare. (  P. Curtaz: il Credo)

Mater Verbi on Twitter: ""Ci hai fatti per Te,Signore, e il nostro cuore è  inquieto finchè nn riposa in Te. Buongiorno creature amate da Dio!  https://t.co/4v5lLJx0pR" / Twitter

 

Il buon Samaritano: và e fa anche tu così – XV Domenica ordinario C

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
__________________________________________________________

Carissimi noi siamo mandati per rendere presente il Vangelo, come sentivamo anche Domenica scorsa, vi è, però, un pericolo che è sempre in agguato, esattamente come fa il dottore della legge ed è quello di separare la fede dalla vita o di ridurre l’impatto e le conseguenze del Vangelo nella vita pratica. C’è un libro della Bibbia che è il libro del Levitico in cui leggiamo: “Non mantenere odio contro un fratello … Non vendicatevi contro i vostri connazionali. Ciascuno di voi deve amare il suo prossimo come sé stesso” (19,17s). Il prossimo erano i connazionali, i fratelli. Stranieri e infedeli non erano tali e quindi non rientravano in questo comandamento. Continue reading