Angelo non può fare da padrino perchè è gay

Succede a Labico, comune romano. A Francesco, persona dichiaratamente omosessuale, nell’ottobre del 2015 viene chiesto di fare da padrino ad una bambina. Il parroco, Don Antonio Fiasco, rifiuta la candidatura perchè come recita il canone 874 del Codice di Diritto Canonico al n. 4 il padrino deve dare prova di condurre “una vita conforme alla fede e all’incarico che assume”.

Passa qualche anno e ad Angelo, il compagno di Francesco, viene chiesto di fare da padrino alla cresima di un altro bambino. Anche in questo caso il parroco pone un divieto perchè sempre il Codice di Diritto Canonico al Can. 893 § 1 chiede che i padrini  delle cresime siano in possesso dei medesimi requisti previsti per i padrini dei battesimi. Il divieto è tanto più giustificato dal fatto che Angelo e Francesco si sarebbero uniti civilmente il giorno prima dell’amministrazione del sacramento della confermazione.

Angelo, che si dice cattolico, dichiara: “E’ stata una grande umiliazione; se fossi stato più debole mi sarei ammazzato; i parroci non dovrebbero fare ammazzare le persone”. E così la famiglia del cresimando ha annullato la partecipazione alla cerimonia e, trovando un a parroco compiacente, è riuscita a far amministrare il sacramento con Angelo come padrino.

Altra prova che le norme della Chiesa non sono universali, ma cambiano a seconda degli umori dottrinali dei signori preti.

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Bene ha fatto il parroco che ha rifiutato come padrino coloro che vivono in palese contraddizione da quanto è stabilito dalle norme canoniche e dalla “fede e all’ incarico che assume”.Purtroppo che vi siano preti che non le rispettano è una realtà che non fa altro che generare confusione e smarrimento nei fedeli.
Perché i Vescovi non intervengono in modo chiaro?

dqy

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