“Mi trovo a pochi chilometri a sud di Baghdad. Qui i volontari dei gruppi armati sciiti combattono contro il Califfato islamico.
… “Aleppo, dove mi trovo ora, è una città fantasma … una città martoriata che, pochi sanno, ha quattro milioni di abitanti, come Roma. E, proprio come Roma, anche Aleppo era un tempo capitale di un patrimonio artistico e culturale inestimabile”.
… “Non restano che macerie. Ad essere danneggiati dai colpi dei ribelli, oltre agli obiettivi civili, sono soprattutto le chiese … e in esclusiva ci è stato inviato “il racconto drammatico di Padre Adel Daher, parroco della chiesa melchita cattolica “Nostra Signora dell’Assunzione” di Aleppo”.
“A questa terribile guerra civile si è ora aggiunto anche il diabolico fenomeno dell’Isis, l’autoproclamato califfato islamico che continua a tagliare teste, come se fossero mosche”.
… “Qui ogni tipo di connessione internet è assolutamente impensabile: non posso mandare video o foto. Tutto quello che posso fare è raccontarti attraverso questa registrazione telefonica quello che vedo, quello che mi circonda”.
… “In molti mi hanno detto che espongo la mia vita ad un rischio esagerato. Non hanno tutti i torti. Neanch’io sono partito per la Siria a cuor leggero, ma sono voluto venire lo stesso. E ora vorrei spiegarti il perché”.
“Qui dal 2011 si combatte una guerra civile che oltre ad aver provocato 200 mila morti ha generato un mostro chiamato Stato Islamico. Per quasi tre anni in Italia e in Europa molti hanno interpretato la genesi di quel mostro come un anelito di libertà e democrazia. Ottenebrati da questa svista fatale siamo riusciti a dimenticare le nostre radici, a scordare che qui, sulla strada di Damasco, è iniziata la tradizione cristiana” …
“Eppure invece di batterci per i cristiani del Medio Oriente e per la nostra tradizione abbiamo preferito schierarci al fianco di chi uccide il prossimo nel nome di Dio”.
“Per tre lunghi anni abbiamo cullato il mostro scambiando il fanatismo per democrazia e libertà. Ora il mostro è tra di noi ed il risultato è sotto gli occhi di tutti. Per questo raccontare quel che succede in Siria è fondamentale. E non solo per comprendere cosa rischiano i cristiani del Medio Oriente, ma anche per capire cosa rischiamo noi permettendo che quella bandiera nera disegnata sopra San Pietro si trasformi da minaccia in realtà. Per questo non ho potuto fare a meno di partire”.
Silvio Dalla Valle
Responsabile Campagna Osservatorio sulla Cristianofobia