Oggi molti si stupiscono di quanto sta avvenendo.… ma sulle difficoltà del rapporto con l’ ISLAM eravamo già stati messi in guardia, in tempi non sospetti.
È utile ricordare, a questo proposito un documento della Conferenza episcopale dell’ Emila Romagna che già nel 2000 auspicava: “di acquisire una conoscenza non epidermica dell’Islam, sia nei suoi contenuti dottrinali sia nelle sue intenzionalità e nelle sue regole comportamentali”. Molti parlano di Islam in modo superficiale, senza conoscere né il Corano a cui ci si può accostare, pur non conoscendo l’ arabo antico essendoci delle traduzioni autorizzate, né la visione religiosa teocratica comunque costitutiva dell’ Islam.
Di fronte alla situazione attuale e a quanto sta accadendo in Iraq e nel mondo musulmano è importante la conoscenza e la consapevolezza della verità presupposto indispensabile per una convivenza possibile. Certamente da parte di molti, anche di chi ha responsabilità pubbliche, o vi è solo una conoscenza epidermica, per cui si può solo auspicare che con molta umiltà si documentino in modo serio e onesto, o pur conoscendo minimizzano in nome di interessi economici o di parte a noi sconosciuti, ma non del tutto, o vi è una sorta di “rispetto umano”, accompagnato da un “politicamente corretto”, che evidenzia una incompetenza di fondo, che immobilizza e impedisce di agire in difesa dei cristiani e delle altre minoranze religiose che vengono massacrate in un genocidio che si sta cercando di attuare in nome di quella “guerra santa” sancita dal Corano e che fa parte del credo islamico.
Insufficienza dell’approccio culturale
I nostri fratelli di fede e di ministero, che vivono in Paesi a maggioranza musulmana, ci mettono in guardia da un errore di prospettiva, che potrebbe falsare totalmente il nostro giudizio: non ci si deve limitare a un approccio puramente culturale dell’Islam. Noi dobbiamo ascoltare con interesse quanto ci dicono gli studiosi del movimento islamico nella sua origine, nella sua storia, nella sua dottrina, nella ricchezza culturale che è fiorita tra le genti musulmane. Ma dobbiamo ascoltare anche chi conosce e testimonia, per esperienza diretta, il comportamento dei musulmani (dove la loro volontà è determinante) nei confronti degli altri, la loro durezza nell’esigere che ci si adegui alle loro norme di vita, la loro sostanziale intolleranza religiosa quale è ampiamente documentabile per molti paesi, le loro intenzioni di conquista (delle quali del resto non fanno nessun mistero). ( dalla premessa al documento, Islam e Cristianesimo, I Vescovi dell’ Emilia Romagna 2000).
Vorrei ricordare le parole del Cardinal Biffi in risposta ad un intervista di dieci anni fa in cui gli veniva chiesto: “ Ritiene anche Lei che l’ Europa o sarà cristiana o non sarà?” La risposta del Cardinale fu: “Io penso che l’ Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire “è la cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l’ atteggiamento largamente dominante dei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. Questa “cultura del niente” (sorretta dall’ edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all’ assalto ideologico dell’ islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell’ avvenimento cristiano come unica salvezza per l’ uomo – e quindi solo una decisa risurrezione dell’ antica anima dell’ Europa – potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto… ( in Libero di Martedì 2 Settembre 2014 )
Parole profetiche quelle del Cardinale per un Europa che solo ora sembra rendersi conto di una realtà, quella dell’ Islam che se non sfuggita è stata certamente sottovalutata.
Ai nostri politici vorremmo ricordare il problema della “diversità” islamica nei confronti del nostro irrinunciabile modo di convivenza civile. Essi non possono lasciare senza risposta pertinente gli interrogativi che tutti gli italiani di buon senso si fanno: come si pensa di far coesistere il diritto familiare islamico, la concezione della donna, la poligamia, l’identificazione della religione con la politica – tutte cose dalle quali i musulmani non recedono, ( è quanto sta avvenendo con la formazione dell’ ISIS – ndr)- se non dove non hanno ancora la forza di affermarle e di imporle con i princìpi e le regole che ispirano e governano la nostra civiltà? Ed è solo un parziale e piccolo elenco delle incompatibilità con le quali bisognerà fare i conti. Ci rendiamo ben conto della difficoltà dell’impresa: chi ha il compito statutario di sciogliere questi nodi ha tutta la nostra comprensione e l’aiuto della nostra preghiera. ( I vescovi dell’Emilia Romagna cit.)
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Il documento Islam e Cristianesimo da cui sono stati estratti alcuni stralci dalla presentazione è tuttora reperibile in rete cliccando: Islam e Cristianesimo Conferenza episcopale dell’ Emilia Romagna2000. Tuttora attuale ne consiglio una lettura per una sintetica conoscenza di cosa sia l’ Islam a confronto con lo specifico cristiano. (dqy)
Certi politici quelli che ci governano per intenderci non possono non. conoscere le vertá sull’Islam ma pensano e puntano solo sul fatto di potere gestire la situazione con gli strumenti ideologici quali integrazione intercultura ecc. mentre di queste categorie gli islamici se la ridono mentre in pubblico fingono di esserne ossequienti.