Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Parola del Signore
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Anche oggi la Parola che il Signore ci rivolge è esigente, impegnativa da mettere in pratica: “amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano … . Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
Amare i nemici, ma che cosa assurda ci proponi Gesù. Un nemico è un nemico, quindi va trattato come tale. Quando insegnavo mi succedeva di avere alunni che avevano della belle potenzialità, purtroppo non le mettevano a frutto. Quando venivano i genitori dovevo dire: ”guardate vostro figlio è intelligente, ha una “testa” che può fare ciò che vuole ma…” Già ma…. Anche a noi il Signore ci ha dato tante possibilità per compiere il bene, apprezzare e riconoscere il bello e il buono e per rendere felici noi e gli altri. Ecco allora che Gesù oggi alza l’asticella come nelle gare di salto in alto, perché vuole che noi facciamo il record perché la nostra vita si realizzi in pienezza davanti a Dio e agli uomini, non per essere applauditi, sentirci migliori degli altri, ma semplicemente come discepoli per aver fatto quello che dovevamo fare. Certo quello che il Signore chiede non è semplice, ma è un percorso che il cristiano deve compiere fino ad arrivare ad assomigliare sempre più a Gesù.
Il Signore è un maestro paziente e buono che rispiega ai suoi quelle cose che dice e che non sono comprese o perché fuori da una certa logica.
Quindi continua a darci ripetizioni con degli esempi forti che vanno contro un certo modo di pensare anche oggi.
La logica del mondo oggi è quella di dimostrare di essere il più forte: tu mi dai un pugno io te ne do due, altro che perdono, qualcuno mi chiede qualcosa, ma che si arrangi … il mondo è dei forti, per chi sa imporsi per chi non lascia cadere nessun torto e sa vendicarsi.
Ma il Paradiso? Richiamiamo alla mente e al cuore la figura di S.Filippo Neri.
Il santo della gioia, il giullare di Dio, il secondo apostolo di Roma, Pippo il buono, sono solo alcune delle definizioni di questo sacerdote che nacque a Firenze nel 1515 ed ha poi vissuto per sessant’anni a Roma.
Mentre si celebrava il Concilio di Trento e prendeva avvio la Controriforma, San Filippo formava i giovani con tenerezza ed ironia avvicinandoli alla liturgia e facendoli divertire, cantando e giocando, in quello che sarebbe divenuto l’Oratorio, proclamata congregazione da Papa Gregorio XIII nel 1575.
San Filippo Neri nella sua lunga vita fu amico di Sant’Ignazio e del cardinale Carlo Borromeo, ma quando gli fu chiesto se voleva diventare cardinale disse che preferiva il Paradiso… Fu proclamato santo nel 1622.
Gesù per essere ancora più chiaro nomina due categorie di persone: i pubblicani e i pagani. I primi conoscono la legge, ma non la vivono. E noi? Come siamo messi con il comandamento dell’amore, la legge dell’amore, dello Spirito che abita in noi, come ci ricorda S. Paolo, che tante volte disattendiamo.
I pagani non conoscono la legge del Signore, che è il grande tesoro che ci è stato donato.
In questa Domenica, nell’ Eucaristia preghiamo perché il Signore ci faccia crescere nella grande legge dell’amore.
Deo gratias,qydiacdon