Dal Vangelo secondo Luca
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore
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Attraverso la parabola del Vangelo il Signore ci parla di una dote preziosa, che dovrebbe essere caratteristica per noi cristiani, ma che facciamo così fatica a praticare: l’umiltà.
“Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.” E altrove dice: “imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Nella nostra società, invece, assistiamo a quello che avviene nel banchetto descritto nella parabola, si sgomita per avere i primi posti e i posti di onore, di privilegio, senza tanti scrupoli, spesso a danno degli altri. Si è considerati per ciò che facciamo apparire, per quello che guadagniamo, per ciò che abbiamo, per il corpo che deve essere perfetto come una scultura greca.
Umiltà, una parola strana in un contesto come quello attuale in cui si esalta l’essere primi, l’apparire, l’imporsi rispetto gli altri, il vantare sé stessi e non di rado denigrare e non riconoscere quanto vi è positivo negli altri.
“La Bibbia descrive l’umiltà come docilità, modestia ed assenza di egocentrismo.. La parola greca tradotta come “umiltà” nella Lettera ai Colossesi 3:12 ed altrove, significa letteralmente “modestia nella mente,” dunque vediamo che l’umiltà è un atteggiamento del cuore, non semplicemente un comportamento esteriore. Una persona potrebbe fingere un’apparenza di umiltà, ma avere comunque un cuore pieno d’orgoglio ed arroganza. Gesù disse che i “poveri in spirito” erediteranno il Regno del Cielo (Matteo 5:3). (…) Di conseguenza, l’umiltà è un prerequisito per il cristiano. (…) Dio ha promesso di dare grazia agli umili, mentre Si opponeva agli orgogliosi (Proverbi 3:34; 1 Pietro 5:5). Dunque, dobbiamo confessare il nostro orgoglio e metterlo da parte. Se ci esaltiamo, ci opponiamo a Dio, il Quale ci umilierà, nella Sua grazia e per il nostro stesso bene. Ma se ci umiliamo, Dio ci dà ulteriore grazia e ci esalta (Luca 14:11). Insieme a Gesù, anche Paolo deve essere il nostro esempio di umiltà. Nonostante i grandi doni e le conoscenze ricevuti, Paolo si vedeva come “l’ultimo degli apostoli” e il “primo dei peccatori” (1 Corinzi 15:9; 1)”
( Got Questions)
Sono diversi i passi della Bibbia in cui si parla di umiltà. “Non metterti nei posti d’onore” (Prv25,6); poi abbiamo sentito anche il libro del Siracide
(1 Lettura) “Sii modesto. Quanto più sei grande, tanto più fatti umili e troverai grazia davanti al Signore).
Umiltà non è la disistima di sé stessi della serie: “Oddio, come mi faccio schifo”, ma è avere la giusta consapevolezza di sé e con Dio sapendo che siamo preziosi ai suoi occhi: ha dato suo Figlio per noi, pensate quanto siamo importanti per Lui. Consapevoli che siamo creature, fragili, deboli, peccatori, ma comunque amati e questo è quanto conta.
La parabola, poi si allarga facendoci riflettere su un altro aspetto che è quello della gratuità nell’amore. “quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti”
Gratuità come stile di vita, Dio ci ama gratis, Gesù ci ama gratis. Con Lui sono sempre in debito, perché il suo amore è infinito, nonostante i momenti difficili che possono accompagnare la nostra vita e che non potremmo mai superare se non avessimo la consapevolezza di questo amore.
In un mondo in cui tutto viene quantificato, soppesato, monetizzato impariamo a vivere nella gratuità, a gioire della gratuità, ad aiutare e amare gratis e in nostri cuori saranno sereni e tranquilli come il cuore di un bambino in braccio a sua madre.
Deo gratias, qydiacdon