MEDITAZIONE XVII DOMENICA ORDINARIO ANNO C: PREGATE

 

Dal Vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

___________________________________________________________________________

Tutta la Parola di Dio ci porta oggi a riflettere su quella caratteristica che dovrebbe animare la vita del Discepolo: La preghiera.
La prima lettura quella di intercessione di Abramo per Sodoma e Gomorra, nel Salmo responsoriale abbiamo pregato: Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto, nel Vangelo Gesù di fronte alla richiesta dei discepoli  risponde con la preghiera del Padre nostro poi ancora l’esempio di colui che chiede i tre pani. Di fronte a questa Parola siamo chiamati seriamente a riflettere su quanto spazio occupi la preghiera nella nostra vita; se è un optional e se fonda davvero la nostra esperienza di discepoli. Gesù è uomo di preghiera. Prega di notte, in località deserte, prega poco prima della Passione nell’ orto degli ulivi. È impossibile nel breve spazio di un’omelia approfondire ed esaurire il tema della preghiera, anche perché, come una pietra preziosa, essa ha molte facce. Vi è la preghiera di intercessione, di richiesta, forse quella più diffusa, di lode, di ringraziamento, di abbandono, di contemplazione, la preghiera in famiglia, quella comunitaria e potrei continuare.
Mi limito ad alcune sottolineature.

La prima domanda che possiamo porci è: “Perché pregare?” Perché la preghiera deve essere l’ossatura che sostiene la nostra fede?
Oggi la vita frenetica che ci siamo imposti dà poco spazio alla preghiera che può arrivare anche a rasentare come una specie di superstizione.

Dio diventa qualcuno che devo convincere a concedermi quanto desidero e chiedo. Questo però significa che non c’è Dio nel cuore della preghiera, ma ci sono ancora io. Nel Padre Nostro Gesù ci insegna a dire, nella versione di Matteo che è quella che recitiamo abitualmente diciamo: “sia fatta la tua volontà” . Dio, che noi invochiamo come Padre, non è un qualcuno a cui rivolgersi perché è potente, ma un Padre buono che ci ama. Noi quando diciamo Padre nostro troppo spesso lo diciamo in modo banale ma il Padre è colui che dà la vita al figlio. Rivolgersi a Dio chiamandolo Padre significa prendere consapevolezza che la nostra vita è un suo dono ed è dono di amore. Rileggiamo la parabola del Padre misericordioso o del figliuol prodigo e meditiamola.
Questo Padre non dà ai suoi figli serpi o scorpioni ma, assieme al pane il dono dello Spirito Santo.
Concludendo
Meditando il Padre Nostro possiamo capire che pregare non è un formulare parole, anche belle di un buon orante, ma diventa l’espressione della nostra relazione con Dio.

Gesù nel Vangelo dice: “Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!” Alla nostra preghiera il Signore non risponde con il miracolistico, ma con il dono dello Spirito.
Lo Spirito, Dio, prega con noi, in noi e per noi, che non sappiamo bene neppure cosa domandare.

Qualcuno ha affermato: “Il nostro mondo prega poco e male” (Curtaz). Noi come preghiamo?

Qydiacdon, Deo gratias

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C | un messaggio per te

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *