Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
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72 discepoli mandati. Ma perché proprio 72 o non 75 o non 80?
Perché quello era, secondo la concezione storica del tempo il numero dei popoli della terra. Certamente comprendiamo che è un numero simbolico, come lo sono tanti altri nella Bibbia, ma se quello è il numero dei popoli ci dice che nessun battezzato è esente dall’ annunciare il Vangelo, mettendosi in cammino lungo le strade del tempo, della storia. Di una storia concreta fatta di tante contraddizioni, di tante falsità che vengono propagandate anche oggi, ma anche di tanto dolore e sofferenza, di dubbi, di incertezze, di inquietudini e di paure, come quella che stiamo vivendo.
Vi è però qualcosa, a me sembra, che anche tanti cristiani, debbono maturare che vi è una forza, per noi che siamo deboli, fragili, incoerenti che è la forza stessa di quello che dobbiamo annunciare: è la forza stessa del Vangelo.
Quando noi al termine della lettura del Vangelo al termine della Liturgia della Parola diciamo: “Parola del Signore”, lo è veramente, non sono parole nostre o del personaggio emergente di turno che appartenga al mondo della politica, dello spettacolo, dell’economia, ma di Qualcuno che è più grande di tutti loro. Quando battezzo i bimbi io dico ai loro genitori, al padrino e alla madrina che da quel momento loro sono figli di Dio, e lo sono realmente, e che non vi è un titolo più grande e bello di questo, non lo ha il presidente degli Stati Uniti, non lo ha quello della Russia, né nessuno di quelli che si occupano di economia con tutti i dubbi che mi vengono se fanno davvero il bene della gente.
I figli apprendono in famiglia, dai genitori, dagli educatori. Attenzione perché vi sono veri e falsi educatori, falsi come quelli che si insinuano nelle scuole per dire ai nostri giovani che essere uomo e donna è relativo, perché oggi vi sono tanti generi della sessualità umana e cercano di imporre questi modelli. Ma l’annuncio del Vangelo non si può limitare alla sociologia, che pur ci riguarda, perché coinvolge la vita degli uomini.
I 72 sono mandati ad annunciare la pace e il Regno di Dio. La pace è quella che porta il Signore risorto: “Pace a voi” dice quando appare ai discepoli dopo la Risurrezione. È la pace totale quella che coinvolge il cuore e la vita pratica delle persone, è la pace del Regno che il Gesù è venuto a portare,
l’altro annuncio è la realtà del Regno di Dio, che, cioè, Dio si fa vicino agli uomini con il suo amore e che, nonostante le prove che ci possa ancora sottoporre la vita, non ci abbandona, insomma il Signore sta dalla nostra parte.
Allora cari cristiani annunciamo la bellezza della fede nel Signore. Credere è bello. Noi non crediamo in una chimera, in una idea, in una ideologia, ma crediamo in un qualcuno che è il figlio di Dio, Gesù Cristo nostro Signore.
Il Signore ci manda ad annunciare, avremo il coraggio di farlo con la vita e con le opere?
Qydiacdon