L’ Idolatria

Ecco, un esperto falegname sega un albero adatto al suo scopo, gli gli toglie tutta la corteccia, lo tratta con la sua abilità e ne fa un mobile utile per la bisogna. Con gli avanzi del suo lavoro si cuoce il cibo. Il rimanente non serve più a nulla, un tronco informe e pieno di nodi, viene da lui lavorato nei momenti di ozio e con abilità gli dà forma di uomo, o di qualche animale, passandovi sopra un velo di minio ne copre i difetti, indi gli prepara una nicchia degno di lui e ve lo colloca. Provvede così che non cada, sapendo bene che è incapace  di aiutarsi da sé, perchè è una statua inanimata. Poi non si vergogna rivolgendosi a quest’essere morto, di pregarlo per le nozze, per i figli e per gli averi. Così per la salute, invoca ciò che è infermo, per la vita, prega un morto, per aiuto supplica uno che è inabile a tutto, per un viaggio si raccomanda a chi non sa neppure camminare, per acquiste, lavoro e buon esito di un affare, chiede protezione a chi neppure può muovere le mani.

(Dal libro della Sapienza 13, 10-9)

Quanti uomini hanno oggi i loro idoli a cui si rivolgono “che hanno occhi e non vedono, hanno mani e non palpano, dalla loro gola non emettono suoni”, eppure pensiamo siano onnipotenti e possa garantirci la felicità.
Qydiacdon

52 Versetti della Bibbia sulla Saggezza (2/3) - DailyVerses.net

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