Dal Vangelo secondo Luca
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
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Innanzi tutto buon Natale.
Natale deriva dal latino natalis «natalizio, che riguarda la nascita», così in tutto il mondo, che ne siamo o meno consapevoli celebrare il Natale significa celebrare una nascita, speciale, particolare, anche per i non credenti perché comunque ha segnato in due la storia, per i cristiani perché quel bambino che nasce pur essendo simile a tutti gli altri è molto, molto di più é: l’ Emmanuele, che significa il Dio con Noi.
Del Natale sono state date molte accezioni, ve ne propongo alcune.
Festa della speranza e dell’ attesa . Ed è vera. Mai come la nascita di un bimbo è depositaria di attese e speranze. Per i genitori, per quello che quel bambino diventerà, per quello che i genitori desiderano si realizzi su di lui. Non solo, però, ma anche delle attese della collettività per questo suo nuovo membro che ne viene a fare parte. Quale contributo darà alla storia del mondo del suo tempo. Anche al tempo di Gesù vi erano attese e speranze di Colui che era stato annunciato dalle profezie e che avrebbe salvato il popolo di Israele. Penso, però, che anche ciascuno di noi abbia delle attese e della speranza nel proprio cuore, ognuno le proprie, assieme alla richiesta della forza di superare i momenti della prova che la vita ci presenta e spesso così numerosi. Allora che il Natale sia anche festa di luce, cosi come lo ha definito un bimbo di una scuola materna: Gesù è disceso per noi dal cielo… E’ luce in ogni cuore. Anche per chi non avendo il dono della fede si abbandona e cerca di vivere quell’insegnamento, quei valori che quel piccolo bimbo nato a Betlemme come un seme ha messo nella storia dell’umanità.
Noi cristiani più di tutti siamo chiamati a farlo crescere e germogliare anche con le parole, ma più di tutto con la testimonianza della vita
Natale festa del silenzio e della contemplazione. “Mentre un profondo silenzio avvolgeva l’universo e la notte nella sua rapida corsa era giunta nel mezzo del suo cammino…” Certo noi contempliamo il presepe che ci ricorda una notte del tutto speciale, ma la contemplazione del presepe deve richiamarci ad una contemplazione più profonda, quella della nostra vita, con tutto quello che è stato in luci e ombre, in buono e meno buono, cercando di riscoprire noi stessi e un cuore che palpita nel suo desiderio di amare e di essere riamato.
(Natale) Festa della vicinanza. In tanti magari si sono ritrovati ieri sera per la cena della Vigilia, vicini alle persone che sono care, scambiandosi un regalo, segno di affetto. Ma è una vicinanza anche con chi dobbiamo ricomporre discussioni, dissapori, contese e allora diventa festa di riappacificazione, che riempie i cuori di gioia, una gioia semplice e grande allo stesso tempo.
Poi incontriamo i pastori. Questi personaggi che non mancano nei nostri presepi. Lo sappiamo erano dei personaggi che non godevano di stima, considerati alla stregua di ladri, non potevano neppure testimoniare in tribunale, immaginate la vita durissima da emarginati dalla società civile e religiosa perché non rispettavano il riposo del sabato, considerati dei dannati. Eppure sono loro che ricevono l’annuncio: “…vi annuncio una grande gioia … oggi nella città di Davide è nato per voi un salvatore …” Vanno, vedono e
“ se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.”
Forse la loro vita non cambierà, dura, difficile ma qualcosa è cambiato: il loro cuore. Forse sarà così anche per noi ma non sciupiamo la gioia, la speranza, e la forza che il Natale infonde nelle nostre vite, nelle nostre vicende umane. Allori cercatori di speranza, di risposte di fronte a quanto la vita ci riserva e cercatori di Dio guardiamo avanti con speranza e coraggio, senza lasciarci prendere dallo scoraggiamento, recuperando una di quelle dimensioni fondamentali nei rapporti a umani che è quella della tenerezza, perché a Betlemme la tenerezza si è fatta vita.
Deo gratias, nunc et semper, quidiacdon