Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
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Se dovessi mettere un titolo a questo brano del Vangelo che vede, ancora una volta, Gesù che si scontra con i farisei e i dottori della legge metterei queste parole, interiorità, esteriorità, cuore.
In questo scontro Gesù , condannando l’esperienza religiosa del popolo d’ Israele formula alcuni principi che hanno un valore inestimabile per la vita dell’ uomo religioso o laico che sia.
Se è vero che noi oggi viviamo in un contesto in cui è più importante
l’immagine, che sta al di fuori dell’ uomo e che l’ uomo trasmette di sé è altrettanto vero che la persona non si esaurisce lì.
Ecco allora quello che qualche commentatore ha chiamato “il principio del primato del mondo interiore”. Questo primato afferma che il valore, il pregio dell’uomo non risiede in ciò che è al di fuori di lui, ma in quello che è dentro di lui. Questo è molto consolante perché al di là di ogni disagio, di ogni prepotenza, di ogni avversità rimaniamo liberi e padroni della nostra vita e del suo destino., in qualsiasi condizione ci troviamo: economica, sociale, politica, culturale perché non determinata il nostro fine.
Quello che è dentro di noi, al contrario determina il nostro vero valore: i nostri pensieri, gli affetti, le nostre decisioni di fondo sono quelle che determinano il nostro vero valore.
Questo ci carica di responsabilità. Il nostro destino sta nelle nostre mani e con le nostre scelte sbagliate possiamo arrivare a perdere noi stessi.
Ma dove sta l’origine di tutto questo?
L’ origine del male sta nel cuore di ciascuno di noi. Questo viene affermato nel testo evangelico con quel lungo elenco che purtroppo è ancora presente nella vita e nella storia degli uomini.
“Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.”
Oggi si è dimenticata questa verità: “Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18 un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.” (Mt cap 7). Ecco perché è così importante avere un cuore buono”.
Per l’ uomo oggi il male è sempre qualcosa che sta fuori di noi, magari nella società e nelle sue strutture, da qui la falsa illusione che basti cambiare le strutture, che quando non sono utili, necessarie e per il bene della persona, di ogni persona; non come oggi che purtroppo si sta dividendo e mettendo le persone le une contro le altre nella attuale situazione sanitaria, con una grossa responsabilità dei mezzi di comunicazione.
Il nostro male nasce dal di dentro, dal nostro interno. Se si vuole, quindi, migliorare l’unica strada è il cambiarci dentro, strada che i santi, per noi cristiani, ci dicono è possibile percorrere.
Il cuore buono, quindi carissimi si acquista, per noi accogliendo quella Parola di cui parla S. Paolo, che come un diamante è stata messa in noi nel giorno del nostro Battesimo e, soprattutto, metterla in pratica che riassumo così: alla fine è una questione di cuore, di un cuore che ama e che amando agisce, questo agire che noi chiamiamo Carità, con la C maiuscola, da non confondere con l’elemosina, che può esserne un segno.
Per chi non vive l’esperienza della fede dare spazio al cuore, riflettere silenziosamente su quei valori belli, grandi, positivi che posso rendere il mondo più bello, buono e giusto.
Deo gratias, qydiacdon