Un professore sognava di diventare rettore dell’ Università in cui insegnava da molti anni. Per questo studiava giorno e notte, si preparava, teneva conferenze e pubblicava libri.
Un giorno, finalmente, realizzò il suo sogno. Gli arrivò la nomina a rettore. Prese possesso del suo ufficio e incominciò con decisione il suo compito. giornali e studenti avevano accolto con favore la sua nomina. Ma dopo pochi mesi, fra lo stupore di tutti, diede le dimissioni. Il motivo era semplice: si era dimesso dalla carica di rettore per potersi dedicare a tempo pieno a sua moglie. Sua moglie aveva cominciato a mostrare sintomi del morbo di Alzheimer. La malattia avanzava velocemente e nel giro di pochi mesi le conseguenze furono drammatiche: non solo sua moglie non ricordava più nulla di tutti quegli anni che avevano trascorso insieme, ma non era neppure in grado di riconoscerlo. Non si rendeva più conto che era suo marito.
Praticamente tutti gli dissero che questa sua decisione non aveva senso. Chiunque avrebbe potuto prendersi cura della sua povera moglie, che tra l’altro non lo riconosceva nemmeno quando entrava in camera sua per aiutarla, mentre non tutti potevano ricoprire la carica di rettore per cui tanto aveva sacrificato e lottato.
Lui rispondeva semplicemente: “E’ vero, mia moglie non sa più chi sono io. Ma io so chi è lei, e in lei riconosco sempre la donna meravigliosa che ho sposato tanti anni fa. C’è soltanto una cosa più importante di una chiamata, ed è una promessa. Ed io promesso di rimanere al suo fianco “finche morte non ci separi”.
da “è di notte che si vedono le stelle”
Bruno Ferrero