Il comune di Castelfranco Emilia ha scelto per le proprie comunicazioni ufficiali di usare lo schwa, ossia questo fonema «ǝ» – che suona come «Napulə» in dialetto napoletano – per indicare sia i maschi che le femmine. La prima volta che è stato usato è stato il 5 aprile scorso sulla pagina FB del comune: «A partire da mercoledì 7 aprile moltǝ nostrǝ bambinǝ e ragazzǝ potranno tornare in classe!».
L’amministrazione comunale ha così spiegato questa sua scelta: «Il rispetto e la valorizzazione delle differenze sono principi fondamentali della nostra comunità. Il linguaggio che utilizziamo quotidianamente dovrebbe rispecchiare tali principi. Vogliamo fare maggiore attenzione a come ci esprimiamo: il linguaggio non è solo uno strumento per comunicare, ma anche per plasmare il modo in cui pensiamo, agiamo e viviamo le relazioni».
«Ecco perché abbiamo deciso di adottare un linguaggio più inclusivo: al maschile universale (“tutti”) sostituiremo la schwa (“tuttə”), una desinenza neutra. Questo non significa stravolgere la nostra lingua o le nostre abitudini, significa fare un esercizio di cura e attenzione verso tutte le persone, in modo che si sentano ugualmente rappresentate».
Domanda: ma chi legge questi comunicati, grazie ad essi apprezza più l’inclusività o gli viene da ridere? Eterogenesi dei fini.