In questa Domenica di fronte al dramma della pandemia del corona virus Papa Francesco ci dice che è la giornata del pianto.
Certo è la giornata del pianto per le tante vittime uccise dal virus, è la giornata del pianto per le loro famiglie che non hanno potuto restare accanto ai loro cari nel momento della malattia e del loro passaggio.
È il momento del pianto della comunità cristiana che non può celebrare l’Eucaristia porgendola al popolo di Dio e non può celebrare l’ultimo saluto a chi ci lascia per la casa del Padre.
Momento di pianto per una Pasqua diversa, inusuale che trova conforto solo nell’abbandono della fede, perché, comunque il Signore non ci lascia soli.
Ma non è il pianto di coloro che disperano. Pianto di dolore, di sofferenza, di lacerazione, ma non di disperazione, perché vi è una speranza che nasce dalla fede e che ci dice di un oltre che è già, comunque, oggi in coloro che credono.
È questo il cuore del messaggio del vangelo della risurrezione di Lazzaro. Oggi si diffonde sempre di più, in una cultura atea, materialista che afferma dopo la morte non vi sia più nulla. Se è vero tutti finiamo nell’ annientamento. Affermare ciò significa poi svalutare la vita, sul suo senso e tanti anche se vivi sono già morti dentro.
Gesù che è Dio, ma anche vero uomo, con Lazzaro si incontra e si scontra con la morte per farci un grande rivelazione di fronte a quello che non solo costituisce un grande interrogativo, ma anche una grande domanda per l’uomo di ogni tempo.
Di fronte all’ annuncio della malattia di Lazzaro dice che: “non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio” e che: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Descrive la morte come un sonno. È quella prima morte che S. Francesco chiama sorella.
Vi è però una seconda morte? Qual è? Quella dell’anima, quella che ci escluderà per sempre dalla vita in Dio con il Giudizio che verrà pronunciato su ciascuno.
All’ oltre che Gesù annuncia e ci mostra con la “risurrezione di Lazzaro” si accede mediante la fede.
Gesù chiede a Marta: “Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno».
Questa fede ha bisogno di un ulteriore passaggio:
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Occorre credere nel Signore Gesù che ha affrontato la morte e l’ha vinta perché è risorto ed è il Vivente.
• L’ uomo diventa vivente per un destino di immortalità attraverso la fede in Gesù
• La morte è un sonno dal quale la Parola di Cristo ci risveglia in modo definitivo quando tornerà nella gloria.
• La compassione di Gesù che si commuove e piange è la compassione che Gesù ha per tutti noi.
“Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate”
Sì, o Signore noi Crediamo che tu sei la risurrezione e la vita.
Deo gratias, qydiacdon
Semplice ma intenso.
Grazie, Dio vi benedica.