Un rapporto del Pew Research Center rivela che solo un terzo dei cattolici americani crede che la comunione sia il Corpo e Sangue di Cristo. Il 69% ritiene invece che pane e vino siano solo simboli, e molti sono anche convinti che questo sia l’insegnamento della Chiesa. Dati inquietanti, che non riguardano soltanto gli Stati Uniti, anzi: ci sono diversi elementi per ritenere che in Europa, e anche in Italia, i risultati sarebbero anche peggiori. È questa la vera emergenza per la Chiesa, di cui dovrebbero preoccuparsi i pastori. Tutto il resto viene molto dopo.
Da qualche anno, pare che il problema numero uno della Chiesa sia fare in modo che tutti, indistintamente, possano fare la comunione, nessuno escluso. D’accordo, ma quanti fedeli sono oggi consapevoli del valore e del significato del sacramento dell’Eucaristia? Ha senso chiederselo dato che già padre Pio di Pietrelcina (1887-1968), presagendo una certa ignoranza al riguardo, aveva a suo tempo sentenziato che, se si sapesse del reale valore della Santa Messa, ci vorrebbero i carabinieri per coordinare le folle che vi accorrerebbero.
Una battuta, quella del santo, che inquadrava una situazione allarmante già decenni or sono, figurarsi oggi. Chi non si è fatto troppi pensieri e ha provato a scrutarla, la situazione odierna, è stato il Pew Research Center che dal 4 al 19 febbraio di quest’anno ha effettuato una rilevazione proprio sulla conoscenza religiosa nel popolo americano, condensando quanto scoperto nelle 70 pagine di un report poi eloquentemente intitolato What Americans Know About Religion (Cosa sanno gli americani della religione).
Ora, se molteplici e stimolanti sono i dati raccolti in questo documento, ce n’è uno che appare sconvolgente. Riguarda la conoscenza che hanno i cattolici dell’Eucaristia. Conoscenza si fa per dire, dato che è emerso come solo un terzo dei cattolici statunitensi creda che la comunione sia il corpo e il sangue di Cristo, mentre il 69% ritiene che il pane e il vino siano meri simboli. E non è finita qui. Molti dei cattolici che ritengono che pane e vino siano simboli si dicono pure convinti che questo sia l’insegnamento della Chiesa.
Dulcis in fundo, se da un lato c’è una piccola parte di cattolici (il 3%) che professa di credere alla presenza reale di Cristo nell’eucaristia pur ignorando l’insegnamento della Chiesa sulla transustanziazione, dall’altro, uno su cinque di quelli che invece sanno cosa sia la transustanziazione rifiuta tale insegnamento giudicandolo infondato. Tutto ciò, si converrà, compone un quadro che, complessivamente, sarebbe eufemistico definire inquietante.
Tanto è vero che per esempio monsignor Robert Emmet Barron, vescovo ausiliare di Los Angeles, informato di questi dati ha manifestato pubblicamente, su Twitter, scandalizzata incredulità: «E’ difficile descrivere quanto mi irriti quanto emerso nell’ultimo studio del Pew Research Center. Questo dovrebbe essere una sveglia per tutti noi nella Chiesa. Siamo tutti colpevoli». In effetti, è difficile non scorgere in questi abissi di ignoranza religiosa e sacramentale chiare responsabilità da parte dei pastori americani.
E in Italia? Com’è la situazione? Sfortunatamente, o forse fortunatamente – dipende dai punti di vista -, non disponiamo di ricerche così accurate come quelle statunitensi. Tuttavia, quelle comunque svolte nel nostro Paese non lasciano trasparire scenari molto rosei. Basti pensare a quanto emerse tramite uno studio effettuato nel 2007 da Famiglia Cristiana su oltre 800 battezzati aventi un’età media di 48 anni, quindi fedeli maturi, almeno anagraficamente.
In breve, allora si scoprì che solo il 5% dei cattolici praticanti ha letto i vangeli (figurarsi i non praticanti) e alla domanda «come si può coltivare la spiritualità?» il 63% rispose «aiutando il prossimo» e il 35% «facendo volontariato», mentre molti meno risposero «pregando» (22%) e «andando a Messa» (14%). Ora, considerando che questo era lo scenario di una dozzina di anni or sono, regnante Benedetto XVI, è facile immaginare – soprattutto alla luce del citato studio americano e della filantropia che da anni confonde molti fedeli – quale disastroso possa essere, oggi, il livello di conoscenza, anche in Italia, del significato dell’Eucaristia.
Ne consegue come, anziché perdersi in priorità che tutto sono fuorché tali, preoccupandosi di piegare la dottrina al sentire comune, i nostri pastori – a partire dalle più elevate gerarchie della Chiesa – dovrebbero farsi un serio esame di coscienza, decidendosi una volta per tutte a tornare a formare il loro gregge. Perché non c’è opera di carità più elevata, oggi, che evangelizzare un popolo cristiano che, purtroppo, va paganizzandosi e smarrendosi tra le pieghe della modernità. Questo è davvero prioritario. Tutto il resto viene dopo, molto dopo.
Giugliano Guzzo fonte La NBQ