In questa seconda Domenica di Avvento, in cui ci incontriamo con la figura austera di Giovanni Battista vorrei proporre alcune parole, che possono guidarci nella riflessione.
1 -La prima è storia. [Cos’è la storia?] Andando a vedere cosa significhi questa parola trovo: narrazione, l’esposizione e la ricostruzione ordinata e critica di una serie di fatti.
Disciplina che si occupa di individuare, analizzare e interpretare quanto accaduto nel passato, sia esso prossimo o remoto.
Il signore non viene fuori dal mondo, ma viene nel mondo, nella storia, sentivamo tutta quella serie di nomi all’ inizio del Vangelo che vogliono proprio dirci questo. Viene nella storia del popolo di Israele e viene anche qui oggi nel Natale a cui ci prepariamo, nella Parola di Dio che ascoltiamo, nella Messa che celebriamo. Viene per tutti, sentivamo la conclusione del Vangelo: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”. Il Signore che viene pone delle domande a ciascuno di noi e a tutti gli uomini, con l’annuncio del Vangelo, con la sua vita, con la sua Passione, morte e risurrezione.
2- Se il Signore viene nella storia, che vuol dire nella mia vita dove dovrò incontrarlo, dove dovrò far capire che lo ho incontrato e che sono felice di questo incontro e di questa amicizia. Nella mia storia in quello che faccio ogni giorno, quello che penso, con chi incontro, con chi vivo e dove vivo. Per i grandi sarà la professione, il tempo libero, per voi ragazzi la scuola e tutte le varie attività che praticate, per tutti poi la famiglia ed anche i momenti difficili, quelli della prova, quando le cose non vanno bene e io non ci capisco più niente.
3- Ma è proprio vero che io ho questo desiderio di accogliere e di incontrare il Signore che viene? La parola desiderio significa ricerca appassionata di qualcosa che ci manca … desiderare di incontrare Dio è qualcosa che è dentro nel cuore dell’uomo, se si ferma un po’ a riflettere su sé stesso e sulla vita. Questo vale anche per chi non crede, se non altro per affermare con più forza la sua incredulità. Se ho questo desiderio chiediamoci perché vogliamo incontrarlo, come quei greci che chiedono a Filippo: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Accogliere significa accettare che qualcuno entri nella nostra vita e ne diventi parte integrale, cioè un tutt’ uno con noi. Abbiamo celebrato ieri la festa dell’ Immacolata, leggendo il Vangelo dell’annunciazione capiamo benissimo cosa vuol dire accogliere Gesù. Maria diventa per tutti noi il modello di accoglienza.
4- Conversione. Preparare la via del Signore significa rivedere, cambiare la nostra vita. Pensate che se accogliere un cucciolo in casa crea certamente cambiamenti e un po’ di scompiglio, accogliere Gesù seriamente, veramente crea scompiglio in senso positivo, perché la nostra vita non solo cambia, se lasciamo fare a Lui, ma acquista una marcia in più, quella marcia che solo il Signore può dare, che è quella della fede.
Noi ci lamentiamo spesso che vi sono tante cose che non vanno nel mondo, che il male sembra essere più forte del bene ma il Signore viene a riempire quei burroni che sono creati dalla cattiveria, dalla malvagità conseguenza del peccato i colli dell’orgoglio e del pregiudizio, a raddrizzare le vie impervie e tortuose della guerra e della violenza e ci dice che il male non trionferà sul bene e che la gioia e la vita sono la meta, il traguardo che Dio ha pensato per noi, Però vuole anche che noi collaboriamo con Lui, ci chiede impegno, disponibilità, volontà e anche quando le cose ci possono apparire troppo grandi ricordiamoci che non siamo soli, il Signore è accanto a noi e con noi.
Facciamoci anche noi voce, come Giovanni Battista per dire a tutti il Signore è venuto, viene e verrà: prepariamoci ad accoglierlo!
Deo gratias, qydiacdon