DISPACCI DALLA CINA. ACCORDO O NON ACCORDO, IL GOVERNO CONTINUA A PERSEGUITARE LA CHIESA CATTOLICA.

Il M° Aurelio Porfiri questa settimana è impegnato in un evento molto interessante nel Nord Italia, come potete leggere nel post precedente a questo, e ha anticipato l’invio dei suoi Dispacci, che oggi cominciano con una notizia tristemente prevedibile: e cioè che il regime comunista non ha cambiato di un millimetro il suo comportamento, dopo aver incassato la presenza al Sinodo di due suoi emissari in talare vescovile. Poche cose accecano come il desiderio di passare alla storia facendo pagare il conto gli altri.

La Chiesa sparita

In un articolo di Chao Mien dell’otto ottobre per “AsiaNews” si spiega come nel nuovo sito della Chiesa cattolica cinese non siano inclusi i membri della Chiesa sotterranea, cioè coloro che per fedeltà al Papa hanno subito persecuzioni, non poche finite con il martirio.

L’articolo dice verso la fine: “Fonti vicine al Vaticano e impegnate nei dialoghi hanno dichiarato che i prossimi incontri di dialogo fra Cina e Santa Sede avranno a tema proprio la situazione dei cattolici “sotterranei”.

I negoziatori vaticani sperano di convincere Pechino a riconoscere ufficialmente almeno 12 vescovi non ufficiali negli incontri che si dovrebbero tenere verso dicembre”. Mi sembra una situazione surreale. Sarebbe come se qualcuno fondasse una compagnia chiamata Coca Cola in opposizione a quella ufficiale, costringendo poi i dirigenti della Coca Cola vera a trattare con quella fasulla per avere approvati i propri dirigenti.

Non lo so, io spero vivamente che chi ha portato avanti questa cosa possa sapere cose che se rese pubbliche ci inviterebbero tutti all’ottimismo.

Voci dalla stampa di Macao

Dando un’occhiata ad alcuni giornali di Macao, che conosco per averci collaborato in passato, mi hanno colpito alcune notizie. Il “Macau Daily Times” ci informa in un articolo che l’influenza della comunità portoghese (che ha governato la città per quasi 400 anni) è in grande declino in quanto il governo, malgrado leggi per preservare l’eredità linguistica e culturale del Portogallo, sta sinicizzando tutto. Quindi si rende sempre più difficile ai non cinesi accedere a certi posti. Per me, che ci ho vissuto per 7 anni a Macao, nulla di nuovo.

“Hoje Macau” invece informa con un articolo di Andreia Sofia Silva che ad un corrispondente del “Financial Times”, Victor Mallet, è stato negato il rinnovo del visto dal governo di Hong Kong. La colpa? Ecco un estratto dell’articolo in una mia traduzione dal portoghese: “Mallet, un giornalista esperto che ha assunto la vicepresidenza del Foreign Correspondents Club di Hong Kong (FCC), ha suscitato forti polemiche con l’ex amministratore delegato della regione amministrativa speciale cinese Leung Chun-ying dopo che il club ha deciso di organizzare una conferenza con Andy Chan, leader del partito nazionale indipendentista di Hong Kong”. Perché la libertà di espressione, anche in luoghi dove mai era stata messa in dubbio, comincia a essere meno libera.

Lettera dalla Cina

“AsiaNews” pubblica la lettera di un fedele della Chiesa non ufficiale. Eccone alcune parti: “Io sono solo un semplice fedele. Non sono cresciuto in un ambiente cristiano: come lei ben sa la Cina è un Paese ateo. Comunque, sono cristiano da circa 20 anni. Ad essere onesti, credere in Dio è difficile, ancora più difficile per noi che viviamo in territorio cinese. Testimoniare il mio essere cristiano qui è praticamente impossibile. Per esempio, è impossibile dichiarare di essere cristiani al momento dell’iscrizione in una scuola o presentandosi per un posto di lavoro (…). Di sicuro ho avuto alcuni piccoli problemi: per esempio, 10 anni fa circa, la polizia è venuta a bussare alla mia porta per interrogarmi, a cause della mia fede. Per quanto riguarda la Chiesa non ufficiale, la situazione reale negli ultimi anni è migliorata molto. Perlomeno possiamo celebrare la messa una o due volte alla settimana. Nelle aree più remote i fedeli possono avere la messa solo una volta al mese o a volte anche dopo un tempo più lungo. Se il sacerdote non deve andare fuori, i fedeli possono anche invitarlo per l’unzione degli infermi o degli anziani. Naturalmente, questa che ho descritto è la situazione che un fedele qualunque può vedere dall’esterno, ma ci sono anche tante cose che non si vedono. La polizia locale spesso va a scovare i preti della Chiesa sotterranea per invitarli a “parlare”. Spesso quelle che noi chiamiamo “chiese”, in realtà non sono chiese, ma locali in affitto o semplici case. Non sono ambienti ideali per la celebrazione: alcuni sembrano dei magazzini, con porte e finestre, ma fatiscenti (…). In questo momento circolano brutte notizie. Per esempio, i vicini membri della Chiesa sotterranea della comunità rurale di XXX, hanno già ricevuto una notifica da parte delle autorità. Cosa accadrà domani? Neanche noi lo sappiamo, ma quello che vediamo è che la situazione sta diventando sempre più tesa. Noi della Chiesa sotterranea, a prescindere dalle difficoltà che incontreremo nel futuro, è certo che conserveremo la fede, come sempre. Seguiamo l’esempio del nostro vecchio vescovo, scomparso da diversi anni, che è stato fedele fino alla fine: rimanere fedeli all’insegnamento della Chiesa, con una fede incrollabile, superando “un’onda dopo l’altra”. Tutto il mondo ha visto la testimonianza di fede della Chiesa sotterranea cinese, nel passato fino al giorno d’oggi; nel futuro sarà lo stesso. “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? “(Romani 8, 35)”. Come ho detto più volte, un giorno si dovrà scrivere la bella storia della fedeltà di parte della Chiesa Cinese.

Frutti dell’accordo

Poco tempo fa il Papa ha fatto presente come lui sia completamente dietro all’accordo provvisorio con la Cina. Sicuramente ha fatto questo per rispondere alle numerose polemiche successive alla firma del 22 settembre. Io penso sarà utile da parte dei suoi collaboratori mostrare i concreti frutti che questo accordo sta portando per contrastare le continue notizie provenienti da fonti di tutto il mondo che invece non mostrano un rallentamento del controllo sulle religioni, inclusa la cattolica, nel grande paese di mezzo.

Come esempio di quello che stampa informata riferisce, devo ancora dare conto di un articolo su “AsiaNews” in cui ci si dice che in molte regioni la persecuzione continua imperterrita.

Impero cinese

Una bella riflessione di Massimo Donda dal suo “Pillole di Cina”: “L’impero cinese non si è mai preoccupato di tracciare i propri confini con la rigida precisione che ha ossessionato i Paesi europei, si è invece dilatato in una dimensione soprattutto civile e culturale. Al di là di questo spazio che è cinese, cioè civile e umano, si trovano le terre abitate dai barbari, i quali possono diventare civili a patto che si conformino ai princìpi, che accettino cioè di sinizzarsi”. Riflessione molto importante per capire una certa mentalità e non fare l’errore di confondere la sinicizzazione con l’inculturazione.

La persecuzione non si ferma

In un articolo di Leone Grotti su “tempi.it” il vescovo di Hong Kong, Mons. Michael Yeung afferma (ripreso da una intervista alla “Reuters”) che l’accordo non fermerà le persecuzioni e che ci vorrà molto tempo per risolvere questi problemi. Poi l’articolo dice: “Il vescovo di Hong Kong, nato a Shanghai, aggiunge di aver dato questo consiglio a papa Francesco in merito alla trattativa con la Cina: firmi un accordo, ma usi estrema cautela. «Gli ho detto: “Santo padre, vada avanti, senza paura, ma faccia molta attenzione. Trattare con la Cina è come attraversare un fiume per la prima volta. Non sai dove mettere i piedi e devi prima testare la profondità dell’acqua, capire dove sono le pietre su cui poggiare»”. Consiglio interessante e che ci fa riflettere su un fatto: questo accordo è una scommessa, alcuni pensano sia una scommessa troppo rischiosa date le condizioni attuali. E proprio perché la Cina ha un senso culturale così forte di se stessa, rende la scommessa, a mio parere e per quello che ho osservato e studiato in questi decenni, ancora più azzardata.

Marco Tosatti in Stilum Curiae

 

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