C’è una figura che in genere manca in ogni presepio: è la nostra. È ciascuno di noi che si avvicina in un’ atmosfera che appare irreale, fra la riverenza e il sogno, fra perplessità e scetticismo a quel bambino che sfida il mondo e la storia.
Quel bambino che nel silenzio, interrotto da un vagito grida al creato e all’ uomo: “Dio è qui.” Come ogni personaggio, come i Magi, sapienti, sognatori e romantici, che si lasciano guidare da una stella vorremmo avere anche noi qualcosa di assolutamente prezioso, magari di originale da offrire.
L’ oro di un elemosina, piccola o grande per i poveri o la Chiesa con la quale speriamo di redimerci un po’?
L’ incenso della preghiera che chiede una speranza e un futuro di pace?
La mirra di una fede imbalsamata, che si fonda più sull’ abitudine che su un cuore palpitante d’amore per il Signore?
Ecco siamo arrivati! Siamo davanti a te e ci scopriamo poveri fra i più poveri, le nostre mani sono vuote, non abbiamo niente perché tutto quello che potremmo offrirti ci è stato donato da Te per primo e gratis.
L’ unico dono che possiamo offrirti è il nostro cuore, il nostro amore e la consapevolezza che tu ci hai già salvato!
Grazie Signore!
Liberamente riadattato da dqy; cfr.Abbiate sale in voi stessi; il nostro regalo ed Effatà.(S.Messina e P. Raimondo)