Ed oggi ancora, Signore pronuncia quella parola: “Effatà. apriti!.” di fronte a ciascuno di noi. Apri le nostre orecchie affinché non siamo sordi agli appelli del nostro prossimo. amico o traditore che sia, e della tua voce nella coscienza, piacevole o antipatica che sia.
Apri le nostre bocche perché possa sgorgare sincera la voce dell’affetto e della stima, ferma e convinta quella che difende la giustizia e la pace.
Apri le nostre mani affinché restino pulite nella nostra professione, leste e operative nelle nostre attività, capaci di stringere le mani di tutti, indipendentemente dal loro colore e calore.
Apri i nostri cuori affinché vibrino all’unisono col tuo, vivendo emozioni che conducono a scelte concrete e sentimenti che resistono alla corsa del tempo e dei tempi.
P. Raimondo, S. Messina. Abbiate sale in voi stessi, commenti al Vangelo dell’anno B.
“Fa udire i sordi e fa parlare i muti”