Questa mattina, quando mi sono svegliato, presto, perché andando avanti con l’ età si dorme di meno, la prima cosa che ho fatto è stata quella di ringraziare il Signore per questo tempo nuovo che mi si apre davanti, per questa nuova opportunità che mi offre il Signore. Un piccolo segmento della grande storia umana, della mia storia personale, non meno importante, che mi viene dato in dono gratuitamente. Un dono che nessuna tecnologia umana, nessun ritrovato scientifico riesce a produrre, ma che Dio consegna nelle miei mani.
Un nuovo anno che mettiamo nelle mani di Maria, che oggi veneriamo come Madre di Dio, Madre della Chiesa, Madre nostra, mia Madre. E cosa fa’ una madre quando le chiedono di mostrare ciò che ha di prezioso? Mostra il figlio,( o i figli). Così anche Maria con noi. Maria è indissolubilmente unità a Gesù. A Lei e al Figlio consegniamo questo nuovo tempo, che si apre davanti a noi con i nostri progetti, le nostre attese, le nostre speranze. Un tempo importante, da valorizzare, da non lasciare che trascorra come i granelli di sabbia dentro alla clessidra. Questo tempo che passa e sembra dissolvere tutto, triturare e portare ogni cosa all’ annientamento. Per noi però non è così!
Cosa dà senso al tempo?
Il rapporto con Dio dona al tempo un importanza unica, un valore inestimabile perché è in questo tempo che ciascuno di noi è chiamato a vivere un autentico rapporto con il Signore, ecco, quindi che ogni cosa che facciamo, viviamo acquista questo valore straordinario che è la prospettiva dell’ eternità. Tutto ciò che abbiamo vissuto, amato, sperato, creduto e vissuto non verrà disperso, annientato perché tutto ha valore agli occhi di Dio. La fede allunga lo sguardo oltre il tempo. Se in un modo di vedere puramente umano, materiale, il traguardo del tempo è la morte, la fine l’ annientamento, per chi ha fede il tempo è portatore di pienezza, come ci ricorda S. Paolo, ( Gal 4,4).
Noi siamo in cammino verso la pienezza che ha fatto irruzione nella nostra storia umana con la venuta del Figlio di Dio.
La benedizione che abbiamo ascoltato dal libro dei numeri e che prosegue nella preghiera del salmo 66/67 vuole proprio significare questo: che vogliamo vivere nell’ anno che verrà un profondo rapporto con il Signore. Invochiamo l’ azione incessante di Dio, nel tempo nuovo che si apre davanti a noi.
… Faccia splendere su di te il suo volto e ti dia pace … recita la formula del libro dei numeri. Ma quand’è che splende il volto di una persona? Il volto di una persona si illumina quando sorride! Il Signore ci guarda in questo momento, noi siamo davanti al suo volto e ci sorride, esattamente come fa un papà amorevole e affettuoso con i propri figli. Forse l’ anno che ci attende, a dispetto dei professionisti di oroscopi, tarocchi, sedicenti maghi, astrologi non sarà così sconvolgente e ritmico, come qualcuno propone, ma sarà accompagnato dal volto di un Dio sorridente che ci tiene per mano, ci accompagna e ci infonde fiducia, ci dice: “ Io sono con te e per te, non contro di te”. Non dimentichiamolo, anche quando vi saranno delle avversità da affrontare questo ci darà speranza e pace nel cuore.
Quella pace per cui preghiamo all’ inizio di ogni anno, ma che, come Gesù, fa così fatica a trovare posto nel cuore e nella vita degli uomini. Quella pace annunciata dagli angeli nella santa notte a Betlemme agli uomini, che sono ancora sordi, che proprio non ce la fanno e che si macchiano di atrocità anche in nome di Dio. Quest’ anno vogliamo pregare in modo particolare invocando la pace ricordando che ancora oggi esiste la piaga della schiavitù, mai scomparsa ma di recente tornata in modo forte agli onori delle cronache dei media attraverso la persecuzione dei fondamentalisti islamici in medio oriente e in africa verso i cristiani e non solo.
Come Maria cerchiamo, di fare ordine nel nostro cuore, di comporre ogni cosa alla luce del Natale del Signore, l’ Emmanuele, il Dio con noi, le attese e le speranza del tempo a venire, ma anche gli accadimenti dell’ anno trascorso. Quello di Maria è “un custodire prezioso”. Un guardare gli eventi con occhi nuovi, trasformati da quella luce che si è accesa nella grotta-stalla di Betlemme, da quel “figlio” nato per noi che accende la speranza, suscita una fede rinnovata. Si comporrà allora un immagine, un mosaico stupendo formato da tante piccole tessere, che sono gli avvenimenti quotidiani che accompagnano la nostra vita, che in sé possono apparire insignificanti, ma che messe assieme contribuiscono a formare un opera d’arte, quella di una vita vissuta nella volontà del Signore.
Con questa forza, che è la presenza del Signore accanto, non abbiamo paura ad andare incontro ad un futuro che non conosciamo e che sappiamo non è nelle nostre mani, ma la paura che dovremo fare i conti con una realtà in cui la presenza del male e l’ ostilità del mondo non ci paralizza perché la benedizione di Dio è con noi. Allora il dono natalizio della pace, della pace del cuore scenda su in noi, nelle nostre case, sul mondo e qualunque cosa accada nei mesi che ci attendono ci venga concesso di fare esperienza di un Dio che ci sorride e ci incoraggia.
Buon anno!
Soli Deo Gloria qydiacdon