Noi oggi ci ritroviamo a celebrare l’Eucaristia, ci incontriamo con Gesù esattamente come hanno fatto gli abitanti di Nazareth. Certamente con un’altra modalità, loro lo conoscono bene. “Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?”
Noi ci incontriamo con Gesù nel pane e nel vino consacrati, nell’ ascolto della sua Parola, nella S. Comunione, ma è sempre lo stesso Gesù che parla al nostro cuore alla nostra vita e che può essere ancora per noi motivo di scandalo, come lo è per gli abitanti di Nazareth, che pure gli riconoscono: “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?”
Gesù ha una sapienza che non è quella che possiedono i sapienti di questo mondo, o i dottori della legge. Gli vengono anche riconosciuti i prodigi che compie e diventa motivo di scandalo: perché? Perché quello che Gesù annuncia, ci dice, è una realtà troppo luminosa, troppo grande per noi che vorremmo vivere e gestire spazi di eternità, ma siamo legati alla nostra limitatezza umana, creaturale.
La buona notizia, il Vangelo è qualcosa che va oltre quelle realtà terrene, limitate e fragili che i nostri occhi sono abituati a contemplare e che richiedono qualcosa che si chiama: FEDE.
Fede in Colui che è Dio in mezzo a noi, ma che si presenta in un tono dimesso. Come fa un insegnamento così grande ed elevato, i prodigi che vengono compiuti a conciliarsi con “il figlio di Maria, il carpentiere?” È mai possibile che Dio si presenti in questo modo?
È mai possibile che Dio non rimetta a posto tutto, senza la collaborazione dell’uomo, come un Deus ex machina, così la felicità dilagherà sulla terra e tutti crederanno?
Ma siamo sicuri che sarà proprio così? Quanti segni ha compiuto Gesù durante il suo ministero pubblico eppure quanti non hanno creduto. É il grande mistero della libertà che Dio lascia all’ uomo!
Lo scandalo è proprio questo!
Che Dio si presenti a noi in questo modo, come uno che ha una sapienza diversa, quelle delle cose eterne, che compia segni e prodigi che ci parlano di Dio che ama l’uomo e lo vuole per la vita eterna, ma nello stesso tempo venga fra noi, come uno di noi, e che si presenti come colui che accoglie, che annuncia la misericordia di Dio e: “l’anno di Grazia del Signore!”. Nello stesso tempo, però, facciamo fatica ad accettare che la vicinanza divina, la salvezza che Dio offre all’ uomo dalla sua condizione di peccato si presenti in questo modo. Con modalità, cioè, inaccessibili per chi non accoglie con fede.
In pratica: “Si tratta di non accogliere lo scandalo dell’Incarnazione, “cioè il mistero di un Dio che per recuperare l’uomo perduto si abbassa fino a lui e si inserisce umilmente nella sua vicenda”. In fondo per gli abitanti di Nazareth è difficile concepire un Dio che si abbassi presentandosi nella povertà della nostra carne. Che lavori con mani di uomo nell’ umile arte del carpentiere. Ecco lo scandalo! Così anche per noi che abbiamo ancora, spesso, una concezione della manifestazione di Dio pagano, che lo vorremo magari con tuoni e fulmini, pronto ad incenerire e a percuotere più che ad avere pazienza e misericordia.
Un Dio che si china a lavare i piedi ai suoi, ed è ancora scandalo!
Un Dio che appare sconfitto nella croce: “(1Cor 1,23) noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani, come dice S. Paolo!
Ancora oggi Gesù e il Vangelo con le loro proposte, le loro mete, i loro prodigi sono motivo di scandalo, con la loro sapienza e con la loro verità su Dio e sull’ uomo, spesso non solo fra chi non crede, ma anche fra chi si professa cristiano.
“Gli pseudo protagonisti della storia del mondo, [a volte anche prelati], oltre che pensatori, letterati e uomini di cultura coltivano l’arte di riuscire a non dire nulla con tante belle frasi. Dio non fa così, ma ci offre i suoi doni grandissimi in un modo umile, semplice, ed è per questo che i semplici le comprendono meglio”. (cfr. Biffi)
E il Signore continua a presentarsi a noi con semplicità ed umiltà, in tono dimesso: l’acqua del battesimo, il pane e il vino dell’Eucaristia, le parole semplici dell’assoluzione … ma sappiamo accettarlo così nella nostra vita? E non solo in qualche momento, ma ogni giorno, se no è come se la fede fosse un abito che teniamo nell’ armadio e indossiamo per qualche occasione, ma questa è ipocrisia, e Gesù non è molto tenero con gli ipocriti, con coloro che dicono e non fanno.
“E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.”
Gesù lascia Nazareth e i suoi compaesani hanno perso una grande occasione, sciupato un grande dono. Stiamo attenti a che questo non accada anche a noi, perché anche oggi il Signore è venuto fra i suoi per potere compiere meraviglie nei nostri cuori e nella nostra vita, ma occorre la fede!
Facciamo sì che il nostro cuore non sia chiusa alla bellezza e alla grandezza di questo incontro!
Deo gratis, qydiacdon.