Ci mettiamo oggi davanti alla figura di S. Giovanni Battista di cui celebriamo la nascita e ci lasciamo interpellare dalla sua figura e dalla Parola che abbiamo ascoltato.
Il Vangelo ci parla di nascita, ma se andiamo a leggere quello che gli studiosi chiamano il “Vangelo dell’infanzia lucano” vediamo che la narrazione della nascita del Battista e quella di Gesù hanno molte caratteristiche che si richiamano in tutte e due incontriamo come annunciatore di queste due nascite l’arcangelo Gabriele.
Dio è all’origine della vita e la vita è dono di Dio. Oggi, con i progressi della scienza e della tecnica che permettono all’ uomo di curare e di progredire nella sconfitta di tante malattie e ben vengano, nello stesso tempo si è fatto strada il pensiero che la vita possa essere fabbricata, manipolata e prodotta a proprio piacimento, che si possa comprare e commercializzare e che un bambino possa essere ordinato e acquistato.
La nascita del Battista è invece frutto dell’intervento di Dio, è segno visibile dell’amore salvifico e misericordioso di Dio nei confronti di una donna che non poteva più sperare di generare un figlio e tutto questo a favore e beneficio di tutti: Sì Dio è il Dio della vita, sempre e di ogni vita. Tanto è vero che ha mandato suo Figlio Gesù per donarci la vita eterna.
Se nella nascita del Battista siamo chiamati a riflettere “che nulla è impossibile a Dio”, come ricorderà Gabriele a Maria nell’ annunciazione, notiamo nello stesso tempo che vi è, nell’ imposizione del nome, una novità. Era tradizione imporre il nome del padre, o quello più antico del nonno, ma Elisabetta interviene: “Si chiamerà Giovanni”. Una novità, condivisa da Zaccaria.
Il nome Giovanni significa: “Dio ha avuto misericordia”. E non ha avuto misericordia solo verso Elisabetta per la sua condizione di donna sterile, ma anche nei confronti della nostra umanità.
Se oggi non fosse questa solennità e avessimo celebrato la liturgia di questa Domenica, avremmo letto il Vangelo di Marco che ci narra delle tempesta sedata in cui gli apostoli temendo di affondare, mentre Gesù dorme gli rivolgono questa domanda: “Non ti importa che noi siamo perduti?”.
E Giovanni ci dà una risposta. Al Signore importa che noi non andiamo perduti. Giovanni Battista sarà investito del compito di annunciare questa realtà: “Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
5Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio (…) Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo” (Lc3)
Anche se con un linguaggio forte Giovanni prepara, richiama il popolo ad accogliere la venuta di uno che è più grande di lui. Sgombra anche il campo da ogni equivoco quando indicherà Gesù come: “Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Gv1,29-34).
La grandezza di Giovanni sta in quella frase: “Sono stato mandato avanti a lui». 29Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. 30Lui deve crescere; io, invece, diminuire».
Far crescere Gesù in noi, nella nostra vita, nella nostra testimonianza, nel nostro essere profeti in un mondo in cui tanti, anche chierici, più che essere profeti di Cristo sono profeti di sociologia, di psicologia, e quanto altro, ma non di spiritualità, senza la quale non vi è anche umanità, perché la spiritualità, anche per chi la nega, è dimensione costitutiva dell’ uomo incancellabile:” il mio cuore è inquieto finché non riposa in te” diceva Agostino, mentre santa Teresa diceva: “Solo Dio basta
“Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto.
Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta!
Il tuo desiderio sia vedere Dio, il tuo timore, perderlo, il tuo dolore, non possederlo,
la tua gioia sia ciò che può portarti verso di lui e vivrai in una grande pace”
Facciamoci anche noi profeti come Giovanni indicando Gesù come vera novità di vita per l’uomo, orientandolo a Lui, facendo crescere Lui fuori di noi e dentro di noi non facendoci spiazzare dal la logica di Dio che è quella dell’agricoltore paziente che attende che la pianta dia frutto, secondo quelli che sono i tempi della pazienza di Cristo.
Il nome Giovanni racchiude la gioia di un annuncio: Dio ha usato misericordia al suo popolo. Il nome di Gesù esprime che questa salvezza di Dio si è compiuta in Gesù, che significa: Dio salva: in questo noi crediamo.
Deo gratias, qydiacdon.