Si chiude con questa celebrazione Eucaristica il mese di Maggio.
Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci parla di una visita e anche di un’accoglienza. Maria si Mette in viaggio per incontrare la cugina Elisabetta e porta con sé Gesù. Entra nella casa di Elisabetta che, colmata di Spirito Santo esclama a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Ecco allora l’occasione per interrogarci sulla visita che Maria ci fa e lo fa ogni volta che noi preghiamo il S. Rosario, ma attraverso lei come accogliamo, anche il Signore Gesù e il dono dello Spirito Santo che è stato effuso nei nostri cuori.
Assieme a Gesù viene anche lo Spirito, non come un soffio di vento impetuoso, come nel giorno di Pentecoste, ma in punta di piedi, silenzioso come un bimbo nel grembo materno. E’ quel “mormorio di vento leggero” che disse ad Elia la presenza del Signore sull’ Oreb.
Come lo Spirito suggerisce ad Elisabetta e la illumina su ciò che sta avvenendo: “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?”, così accade anche a noi se abbiamo un cuore semplice e disponibile. In Elisabetta c’è tutta l’attesa della nostra umanità non solo di un nuovo, di un diverso, ma di quelle risposte che da soli non riusciamo a dare alla nostra vita, alla nostra esistenza, ad una storia complicata scritta dagli uomini tante volte contro e senza Dio, come può essere la nostra storia personale.
C’ è anche la nostra attesa di oggi, di ogni giorno quando le cose si fanno un po’ complicate, lo è stato per Maria con questa sua insolita maternità che la esponeva al rischio del ripudio, se non peggio. La festa della Visitazione che celebriamo non solo ci dice che con Maria il Signore continua a visitare il suo popolo, ma ci invita anche a ripensare a come noi accogliamo questa visita.
Quando noi aspettiamo la visita di qualcuno ci diamo da fare perché vogliamo che tutto sia in ordine, fare bella figura. Ma quando la visita è inaspettata? E le visite del Signore sono sempre improvvise, come ci troviamo? Com’è lo stato del nostro cuore, della nostra anima, della nostraesistenza?
Può essere disordinata, caotica, piena di miserie e di mancanze, di peccato, per cui non possiamo indossare l’abito bello della festa, quell’ abito bianco che ci è stato consegnato nel giorno del nostro Battesimo, lavato e mantenuto pulito con il Sacramento della confessione.
Tutto questo non impediscono a Maria, e con Lei a Gesù di visitarci. Non visitano solo le anime sante, ma anche le anime imperfette, quindi anche la mia.
Ecco come la festa della Visitazione diventa ancora una volta un grande annuncio di speranza per tutti noi, perché Maria è disponibile a visitarci e con lei Gesù, ogni giorno se le lasciamo aperte le porte di casa, e non solo nel mese di Maggio.
Accogliere questa visita ci invita a un serio cammino di revisione di vita, a mettere in gioco la nostra volontà per camminare risolutamente nella via del Vangelo, per potere cantare anche noi con Maria il nostro Magnificat. ( Deo gratias – qydiacdon)