Quando io ero ragazzo vi erano delle figurine che avevano questa dicitura: amore è … e illustravano in modo molto tenero, pulito i vari modi attraverso i quali si esprime l’ amore.
L’ amore è ciò che è più necessario per l’uomo per crescere in modo armonioso, equilibrato, tant’è che quando la persona non si sente amata perde la voglia di vivere. Possiamo dire che l’uomo è un mendicante d’ amore in tutte le fasi della propria vita.
Oggi le letture ci parlano dell’amore, dell’amore non così tout court, ma dell’amore cristiano. L’ apostolo Giovanni dice: “Dio è amore”. Che significa molto di più che Dio ci ama, e ci ama davvero, ma che Dio stesso è l’origine e la fonte dell’amore e se noi vogliamo imparare cosa significa amare, se noi vogliamo amare davvero sul serio dobbiamo rivolgerci a Dio. Amore dal Padre al Figlio, nello Spirito Santo.
Questo amore si fa conoscere a noi attraverso il grande vento della venuta del Signore Gesù e attraverso di Lui si riversa su ciascuno di noi. La conseguenza immediata è che se vogliamo amare in modo vero e autentico dobbiamo ispirarci all’amore come ci ha mostrato e insegnato Gesù che diventa obbedienza, accoglienza, dedizione, servizio, sacrificio, dono di sé: vita. Si tratta di un amore molto esigente. “Nessuno ha un amore più grande di questo dare la vita per i propri amici”, e non bisogna intendere il termine amici in senso restrittivo, ma espansivo, perché l’amore come ci ha insegnato Gesù ci rende amici nello stesso modo in cui Lui ci ha fatto suoi amici. Cosa significa? Quello che ci viene descritto nella prima lettura: “Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga”, cioè tutti coloro che si aprano all’ azione di Dio nello Spirito Santo.
Questo è un messaggio di grande speranza, per ciascuno di noi, ma per ogni uomo che può avere accesso all’ amicizia con Gesù e alla salvezza che egli ci ha donato.
Domenica scorsa Gesù ci proponeva l’immagine della vita e dei tralci per ricordarci come ciascuno di noi deve essere unito vitalmente a Lui, per portare frutti d’ amore nel mondo. Oggi, consegnandoci
il comandamento dell’ amore, che è il compendio di tutti i comandamenti: “Questo è il mio comandamento che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” e basta guardare la passione e la risurrezione per vederne la misura, ci ripete ancora una volta: “Rimanete nel mio amore”. E cosa ci può essere di più grande, di più bello che rimanere nell’ amore di Dio. Essere cullati, abbracciati, sostenuti dal suo amore. Essere come un neonato immerso in un amore che è la somma di tutti gli amori quello della dolcezza e della tenerezza materna e quello della fortezza paterna.
Ma come si fa a sapere se rimaniamo nell’ amore di Dio? Se siamo e viviamo l’amore di Dio?
Il modo è molto semplice, ce lo dice lo stesso Gesù: “osservando i suoi comandamenti”. Già comandamenti, cose a cui obbedire, norme, comportamenti da osservare, tutte cose che non accettiamo subito di primo acchito, perché noi siamo un po’ refrattari, in tutti noi aleggia un innato spirito sessantaottino. Finchè parliamo di amore, misericordia, bontà tutto bene, ma quando si tratta di andare ad incidere sul nostro modo di essere, e di conseguenza di agire, ld cose cambiano.
Eppure Gesù ci ha lasciato un comandamento semplice e complesso nello stesso tempo: amare. Sì si rimane nell’ amore di Dio amando. Il cardinal Comastri nel suo commento alla Liturgia di oggi scrive: “ Se non sei capace di amare coloro che ti offendono, vuol dire che non hai la carità,(amore), di Dio e quindi non conosci Dio; se non sei capace di generosità senza aspettare ricompense, vuol dire che non hai la carità di Dio e quindi sei fuori della vita eterna, se non ti preoccupi di dare al prossimo il tuo tempo, la tua attenzione, il tuo affetto, il tuo servizio tu non hai carità e quindi nell’ anima sei già morto. Il cristianesimo infatti inizia con la carità, il cristianesimo è annuncio di carità. La preghiera, la Messa, la Comunione,
l’ adorazione, il rosario devono farci crescere nella carità altrimenti non sono incontri con Dio, perché Dio è Carità e chi incontra Dio, necessariamente cresce nella carità.”
Chiediamo al Signore di crescere nel suo amore con queste parole:
Donaci l’amore che crede,
l’amore che spera,
l’amore che supporta,
l’amore che perdona,
il tuo amore che tutto accoglie …
Deo gratias,qydiacdon