Particolari inquietanti sono stati diffusi sulla stampa circa il giudice inglese, reiteratamente oppostosi alle richieste dei genitori del piccolo Alfie Evans.
Anthony Paul Hayden è il giudice dell’Alta Corte di Manchester, che ha avallato la decisione dell’Alder Hey Hospital di Liverpool di staccare le macchine cui il piccolo era collegato e che poi ne ha rifiutato il trasferimento in Italia, dove almeno due strutture ospedaliere, il «Bambin Gesù» di Roma ed il «Gaslini» di Genova, si erano dette disponibili ad accoglierlo e curarlo.
Ma non è solo questo. Reinformation.tv, infatti, ha rivelato che il giudice Hayden risulta membro di un’associazione giudiziaria, che sostiene le battaglie LGBT, il Bar Lesbian and Gay Group. In più, in un libro di cui è co-autore, egli non solo si è espresso a favore dell’utero in affitto (pratica al momento vietata in Gran Bretagna), ma è giunto a fornire addirittura consigli su come aggirare in materia le proibizioni legali in vigore nel suo Paese.
Nel novembre dello scorso anno aveva ordinato che venisse sospesa l’alimentazione e l’idratazione di una donna di 72 anni, che si trovava in una situazione di coscienza minima, ritenendo il suo stato «non solo intollerabile ma umiliante».
Ne esce il ritratto di un uomo spregiudicato, dalla mentalità radicalmente laicista, impregnato di cultura omosessista ed eutanasica. Certamente non il più adatto per giudicare in modo davvero neutro la vicenda del piccolo Alfie
T.M. Corrispondenza Romana