Restare attaccati a te non è facile. Per cominciare ci chiedi di essere dei tralci: noi non siamo la vite, non siamo noi a portare la linfa, non siamo noi che salviamo. Accettare il nostro ruolo, adattarsi ad essere solo una parte del tutto ci obbliga a morire ai nostri progetti di grandezza, alle nostre manie e illusioni di onnipotenza.
E tuttavia c’è qualcosa di più duro e doloroso che ci attende: il momento della potatura… Sì, perché il Padre tuo non esita a potare questo tralcio perché porti più frutto, ad incidere questa esistenza per strappare via il male che si annida nel profondo, a tagliare via tutto ciò che ci impedisce di crescere: egoismo ed invidia, gelosia e pigrizia, e il nostro brutale attaccamento alle nostre cose, alle nostre sicurezze, alle nostre garanzie.
No, non è facile fare il tralcio. Ma solo restando attaccati a te sentiamo scorrere in noi la vita.
R. Laurita in Servizio della Parola
Quando l’ uomo si scorda questa verità e pensa di essere lui la vite accade quello che è successo al piccolo Alfie. (dqy)