In un giorno come questo non ho nessuna voglia di parlare e allora resto in silenzio, ai piedi della tua croce. Tocco questo legno, Gesù a cui sei inchiodato, quasi volessero fermarti una volta per sempre. Ma le tue braccia aperte, fino alla fine, fino allo spasimo dell’agonia mostrano a tutti quanto è grande il tuo amore. Osservo il tuo corpo, Gesù, riconosco le tracce delle battiture, vedo le ferite della flagellazione, colgo la debolezza mortale che si sta impossessando di te.
Contemplo il tuo volto, Gesù, e vi leggo la tristezza e il dolore, l’amarezza e la fatica. Ma non posso fare a meno di cogliere anche la misericordia e il perdono, e un abbandono fiducioso nelle mani del Padre tuo. Ascolto le tue ultime parole, Gesù, ti sento dire : “Ho sete” e la tua voce mi sembra la stessa voce di tanti morenti che chiedono affetto e calore, lo stesso singulto di tante persone che domandano soccorso. Mi metto sotto la tua croce, Gesù, perché il tuo sangue bagni questo mio corpo, rigeneri la mia esistenza. E mi sento Adamo, l’ uomo vecchio, che solo tu puoi rigenerare con il tuo amore.
R. Laurita
[titolo non dell’autore]