Da mesi circola in rete una falsa e satirica prima pagina dell’Osservatore Romano (OR) con data del 17 gennaio 2017. Titolo: «Ha risposto!». L’anonimo immagina infatti la risposta del Papa ai Dubia dei 4 Cardinali sull’Amoris Laetitia (AL).
E qual è? Per ciascun dubium è: «sic et non», cioè sì e no. Forse l’anonimo e intelligente giocherellone si riferisce all’opera del filosofo Pietro Abelardo (1079-1142), “Sic et non”, in cui la dialettica rischia di diventare strumento di confusione e di eterodossia? È appunto questo che si vuol rimproverare a Francesco con la satira del falso OR? http://formiche.net/2017/02/11/falso-osservatore-romano-papa-francesco/ Si noti che se da un lato Papa Francesco (si dice) ha riso di gusto sulla “pasquinata” dei manifesti romani («A France’, ‘ndo sta la tua misericordia?»), dall’altro invece non ha tollerato lo scherzo del falso OR e la Gendarmeria Vaticana ha avviato un’indagine: http://www.corriere.it/extra-per-voi/2017/03/10/papa-ride-manifesti-critici-ma-condanna-falso-osservatore-5cc5c1ba-0569-11e7-882a-48a6b14b49a6.shtml
Non sarà che scherzando scherzando il falso OR ha colto nel segno? In effetti a ben riflettere quel «sic et non» esprime in pieno quella che sembra proprio la cifra fondamentale della mens di Francesco. Alla luce di AL e di altri casi notiamo un dualismo forse senza precedenti: l’uomo-Jorge-Bergoglio (Simone) non è in armonia con il Papa-Francesco (Pietro). Inoltre, con discernimento deviato, usa l’Autorità per zittire cattolici «restaurazionisti» ma lascia fare a progressisti dentro e fuori la Chiesa (istruttivi gli articoli di CR, Socci, Tosatti, Magister).
Accenniamo ora ad alcune idee di Bergoglio-Francesco, forse serbate in cuor suo già prima di essere eletto Pontefice. Su OR dell’8 agosto 2013, Bergoglio dice ai fedeli argentini: «Ciò che Gesù ci insegna, innanzitutto, è incontrarsi e, incontrando aiutare», «una cultura dell’incontro», «uscire ad incontrarci». «Che andiate e cerchiate ed incontriate i più bisognosi! Però non da soli, no. Con Gesù e con San Gaetano! Vai a convincere un altro che si faccia cattolico? No, no, no! Vai ad incontrarlo, è tuo fratello! E questo basta. E tu vai ad aiutarlo, il resto lo fa Gesù, lo fa lo Spirito Santo» (p. 8).
Ecco il “sic et non“: con Gesù ma non convincere nessuno a farsi cattolico! Apostoli & apostolato in congedo? Nel 2014 la Libreria Editrice Vaticana pubblica il libro dell’autore Jorge Mario Bergoglio – Papa Francesco, “Interviste e conversazioni con i giornalisti“, a cura di Don Giuseppe Costa SDB. Il libro contiene anche due interviste di Eugenio Scalfari che hanno suscitato scalpore.
Il 24 settembre 2013 Scalfari gli chiede: «Santità, esiste una visione del Bene unica?». Risposta: «Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene. […] E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo» (p. 97). Più relativismo di così!
Poi Bergoglio confessa la sua fede: «E io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio. E credo in Gesù Cristo, sua incarnazione. Gesù è il mio maestro e pastore, ma Dio, il Padre, Abbà, è la luce e il Creatore. Questo è il mio Essere» (p. 109). Ecco il “sic et non“: crede in Dio, ma non in un Dio cattolico! Eppure “cattolico” vuol dire universale. Inoltre Gesù non è «incarnazione» del Padre, ma è Dio, il Figlio di Dio che si incarna. Si noti anche che all’«Essere» in cui crede Bergoglio manca lo Spirito Santo.
Il 19 gennaio 2014 Francesco incontra rifugiati e volontari della Parrocchia romana del S. Cuore di Gesù. Su youtube c’è il video di minuti 5:04. A quei giovani cristiani e musulmani (dal min. 4:30), Bergoglio dice: « “[…] è importante che voi condividete […] è importante […] quelli che siete cristiani con la Bibbia, quelli che siete musulmani col Corano, con la fede che avete ricevuto dai vostri padri, sempre per andare avanti, condividere anche la propria fede, uno solo è Dio, LO STESSO, alcuni in una maniera, alcuni in un’altra, andare avanti, eh, condividere, eh, va bene […]”: https://www.youtube.com/watch?v=Oe1gl_rxFZc Sic et non: il Dio dei Cristiani è «LO STESSO» Dio dei Musulmani ? Questo non è forse un modalismo relativista?
Sull’Islam si veda invece: https://www.magdicristianoallam.it/buongiorno-amici/per-papa-francesco-cristianesimo-e-islam-hanno-la-stessa-radice-e-credono-nello-stesso-dio.html Il 06 gennaio 2016 il sito de La Stampa posta il videomessaggio di Papa Francesco per il dialogo interreligioso. Con voce dolce, sguardo mite e paterno, il Papa dice che esistono tante religioni e bisogna collaborare con chi la pensa diversamente. «Molti pensano in modo diverso, sentono in modo diverso, cercano Dio o trovano Dio in diversi modi».
I protagonisti del video sono personaggi reali: una donna lama buddista, un rabbino ebreo, un imam musulmano, un sacerdote cattolico. La buddista dice «Credo in Budda», l’ebreo «Credo in Dio», il prete «Credo in Gesù Cristo», il musulmano «Credo in Dio, Allah». Il Papa prosegue: «In questa moltitudine, in questa ampia gamma di religioni, vi è una sola certezza per noi: siamo tutti figli di Dio». Poi ciascuno dei protagonisti summenzionati dice: «Credo nell’amore»! http://www.lastampa.it/2016/01/06/multimedia/vaticaninsider/ita/il-videomessaggio-di-francesco-fxuRyM1CAIDGv7bnFGJ9rM/pagina.html . Un amore sovra-religioso? Siamo tutti già figli di Dio? Sembra riecheggiare così il cristianesimo anonimo di Karl Rahner per il quale ogni uomo in quanto tale è già in grazia di Dio. Tutti cristiani anche i non-cristiani? Sic et non.
Sul volo di ritorno dall’Armenia, il 26 giugno 2016, Papa Francesco ha praticamente lodato Lutero. Bergoglio crede che le sue intenzioni «non fossero sbagliate». Era un «riformatore», «intelligente», «ha fatto una “medicina” per la Chiesa». Nell’omelia della Messa a Santa Marta il 04 aprile 2017, Papa Francesco ha definito la Croce di Gesù «come memoria di colui che si è fatto peccato, che si è fatto diavolo, serpente, per noi»: https://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2017/documents/papa-francesco-cotidie_20170404_nel-segno-della-croce.html ).
Gesù «fatto diavolo»? Queste parole di Bergoglio richiamano concetti di Martin Lutero che si è formato alla scuola del nominalismo e del “sic et non”. Scrive uno studioso italiano: «La teologia di Lutero è una “teologia del contrario”, cioè essa annichilisce e contraddice tutto ciò che la ragione umana può, col suo proprio lume, arrivare a dire di Dio, circa la sua esistenza, le sue qualità, la sua azione nel mondo. Dio si manifesta sub specie contraria: Lutero dice che per essere verità si fa menzogna e per operare da Dio, non esita a farsi diavolo (Sciamus igitur Deum abscondere se sub specie pessimi diaboli: WA In Genesim 44, p. 429)»: http://vigiliaealexandrinae.blogspot.it/2017/05/principi-filosofici-e-teologici-della.html
Quella frase è davvero di Lutero: «Sciamus igitur Deum abscondere se sub specie pessimi Diaboli ut discamus bonitatem, misericordiam, potentiam Dei non posse comprehendi speculando sed experiendo» (Martini Lutheri, Exegetica Opera Latina, Tomus IX, 1841, p. 61). C’è di più. Nel libro “Teodrammatica. IV. L’Azione” (Jaca Book, 1986, pp. 264-268.331-335) Hans Urs Von Balthasar espone alcune idee di Lutero: Cristo ha assunto in sé anche il vizio, il peccato, la pena infernale, la dannazione. Von Balthasar scrive che Lutero estende a tutta la teologia «l’unità dei contrari» e cita quanto scrive Lutero nel commento al Salmo 117: «Dio non può essere Dio, egli deve prima diventare un diavolo, e noi non possiamo arrivare al cielo, dobbiamo prima andare all’inferno». Ecco dove conduce il «sic et non».
Un sacerdote firmatario della Correctio
Fonte: Corrispondenza Romana