“In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.” (Mt 21,31b – XXVI domenica ordinario A)
Non mi perdo la Messa della domenica e dico le orazioni tutti i giorni, sia alla mattina che alla sera. Porto al collo una catenina d’oro con una medaglia della Madonna.
Quando passo per la Chiesa non manco di accendere una candela. Mi muovo a mio agio nel mondo religioso, sono addirittura un membro del consiglio pastorale. Ma di tanto in tanto mi domando, Signore, se questo conta veramente qualcosa ai tuoi occhi, se consideri tutto quello che dico, se apprezzi tutto quello che faccio.
Te lo dico senza giri di parole: credo di aver diritto ad un posto di riguardo quando verrà il momento di raggiungerti, perché in fondo mi sentirei beffato se dovessi trovarmi gomito a gomito con quelli che in Chiesa non si fanno mai vedere e quelli che prendono la parrocchia per un self service, in casi di necessità molto particolari.
Certo, la mia vita non ha mai avuto nulla di folgorante e di appariscente, né nella bontà, né nel peccato. Ascolto il Vangelo, ma mi pare così difficile da mettere in pratica. So che la mia vita dovrebbe cambiare, ma penso che potresti accontentarti di tutto quello che sto già facendo …
Francamente non mi va di sentirti dire che le prostitute e gli imbroglioni mi passeranno davanti. I miei lunghi anni di pratica non valgono proprio nulla? Lo so: per te le parole non contano se non sono accompagnate da fatti. Lo so: i miei entusiasmi e i miei propositi non reggono mai molto … Ma è solo per questo che mi troverò agli ultimi posti?
R. Laurita