Abbiamo dedicato molte pagine di questo giornale al piccolo Charlie, alla forza insostituibile della sua esistenza e abbiamo sperato con i suoi genitori in un’evoluzione positiva che potesse realmente trasformare il suo percorso. Purtroppo Charlie è finito nelle mani sbagliate e direi soprattutto nei cuori induriti di coloro che avrebbero potuto salvarlo adoperandosi per un disegno diverso.
Questa durezza ha spinto i genitori ad intraprendere una lotta pacifica senza precedenti mobilitando il mondo globale. Questa volta anche i social, così spesso criticati, hanno invece svolto il buon servizio di tenere alta l’attenzione su questa fragile creatura così bisognosa di umanità. E la grande famiglia “pro-vita” ha risposto con forza senza mai demordere. Tante sono state le sollecitazioni arrivate attraverso i media, ma dobbiamo chiederci anche cosa è mancato. Forse le reazioni della rete, dei media in generale non potranno mai sostituire lo scendere in strada, la mobilitazione attiva, l’essere presenti in massa proprio lì dinanzi ai palazzi dei prepotenti sentenziatori.
Certo che ci sono state diverse iniziative ma qualcosa di più efficace e di più dirompente si poteva realizzare. Ormai è troppo tardi e chissà quanti sinceri o ipocriti fautori “del senno del poi” usciranno in queste ore. Noi che ci abbiamo creduto siamo ora avviliti e in lutto. La morte rattrista sempre, fa piangere e fa soffrire perché la vita è un dono talmente bello che non si vorrebbe mai abbandonare. L’eutanasia è una delle forme di violenza più inaudite e spregevoli che l’uomo possa realizzare. Certamente è uno dei crimini più diabolici perché è l’uomo che si pone al posto del Creatore decidendo la sorte di un’altra persona. Le tecnologie avanzate che l’uomo è riuscito a realizzare per sostenere la vita quando diventano un arma concretizzano i timori di Albert Einstein che diceva: “Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti”.
E così di idioti presuntuosi ne vediamo realmente tanti e impettiti di veleno, gente spregiudicata assetata di rivalse, persone che abusano della propria professione e potere per soddisfare un ego sordo e cieco. La “verità che ci fa liberi” viene svenduta dalla falsa concezione del dovere di adoperarsi per ciò che pare giusto eliminando così in radice i problemi. Un impianto corrotto dalle radici nel modo di pensare la vita come un oggetto gestibile dal soggetto e sempre più nelle mani di nuovi e più subdoli oscuri sistemi dittatoriali.
Un omicidio ributtante quello appena perpetrato al piccolo Charlie Gard… un essere umano che però mai nessuno potrà far sparire dalla storia, anzi la sua persona resterà impressa e ancor più viva proprio nella logica assurda del mistero pasquale. Il Traditore, cioè il demonio, con questo assassinio ha però fallito nel suo intento; la morte è già stata sconfitta da Cristo e non potrà mai avere l’ultima parola.
I becchini di questa terra non avranno nulla da festeggiare perché questa creatura è già nelle braccia del Padre. A Dio ti lasciamo e abbandoniamo i patetismi, le troppe parole e le umane sentenze; ma sempre da Lui imploriamo accorati la luce per crescere nell’unica rivoluzione possibile che è quella dell’amore che salva, che si fa dono e che usa sempre misericordia. L’unica che nella storia dell’umanità potrà salvare tanti altri Charlie, ma soprattutto tanti uomini persi perché perso è il loro cuore e terribilmente perso il loro ingegno quando non è illuminato dall’amore. Già, perché l’Amore non nega mai la speranza né la vita, che si fa dono, che si fa rispetto per il fratello, che genera carità verso il prossimo, soprattutto quando costui è il Charlie di oggi, il figlio più inerme e più impotente e -ricordiamocelo -figlio di ciascuno di noi.
don Aldo Buonaiuto / In Terris