Il variegato mondo protestante e il piccolo ma vivace mondo dei Testimoni di Geova negano la sua esistenza e accusano la Chiesa Cattolica di averlo inventato. Parliamo del Purgatorio, lo stato nel quale le anime dei defunti si purificano prima di essere ammesse – questo insegna la dottrina cattolica – alla visione di Dio, possibile solo nel Paradiso.
Eppure nella Sacra Scrittura se ne parla, ma le divergenze di interpretazione pongono su sponde opposte cattolici e credenti di altre confessioni. Chi ha ragione?
Per rispondere è bene chiedere alla storia cosa ne pensavano i primi cristiani, quelli vissuti quando né di protestanti né di geovisti si aveva notizia, quelli la cui fede era stata ricevuta dagli Apostoli o dai loro successori.
Un rapido viaggio nelle catacombe ci svela che per i defunti si pregava nella Chiesa delle origini, cosa del tutto inutile per le anime già in cielo (non ne avevano bisogno) o dannate. Si pregava dunque per anime in uno stato diverso dal Paradiso o dall’Inferno: “La tua anima sia nella gioia”. “Dio renda felice il tuo spirito”. “Vi esorto, o fratelli, di pregare quando venite qui. Scongiuro voi tutti che leggete pregate per me peccatore”.
Anche Tertulliano, vissuto tra il II e III secolo, parla della pratica allora diffusa nella Chiesa di pregare per le anime dei defunti, evidentemente anime bisognose: “Nel giorno anniversario, facciamo preghiere per i defunti” (De corona,3; “La moglie sopravvissuta al marito offre preghiere per la gioia di suo marito nei giorni anniversari della sua morte” (De monogamia, 10). Ennesima conferma che la Chiesa ha conservato la fede di sempre.
Giampaolo Barra
Pillole di Apologetica- Il timone
*(Titolo non dell’autore)