Nemis e i baby drag queen, strappati all’infanzia per combattere la guerra Lgbt

Il prossimo step delle legislazioni occidentali sarà la legalizzazione della pedofilia, perché se ognuno è libero di fare ciò che vuole cosa vieta di usare anche un bambino per il proprio piacere? Un’affermazione esagerata, catastrofista, da cassandre?

Don Fortunato Di Noto, il sacerdote che da vent’anni lotta conto la pedofilia, intervistato dalla nuovabq.it in merito ai corsi di educazione sessuale nelle scuole aveva risposto a chi obietta che tutto è lecito sì ma solo fra due volontà in accordo, che l’ipersessualizzazione della società contemporanea serve proprio a rendere i bambini consenzienti al sesso, come dichiarano le stesse lobby pedofile.

Ma se ancora non si accetta l’esistenza di uno stretto legame fra il sesso fuori dal matrimonio (negazione del suo fine procreativo), l’ideologia gender/omosessualista e, infine, la pedofilia basta guardare le immagini e i video del piccolo Nemis Quinn Mélançon-Golden. Il bimbo, un canadese di 8 anni, grazie ai suoi genitori sta diventando un personaggio dello spettacolo presentandosi al pubblico come una “drag queen” con il nome di Lactatia. Quello che più spaventa di questa vicenda sono tre cose: la mamma e il papà di Nemis dichiarano di averlo cresciuto con l’idea che non esiste il femminile e il maschile; le performance diaboliche del piccolo su un palco durante una festa Lgbt, dove si muove letteralmente come un ossesso in atteggiamenti da prostituta (tutto l’ambiente assomiglia a un inferno di fiere) e le dichiarazioni del bambino in un filmato caricato su YouTube, visionato in una settimana da quasi oltre 100 mila persone e che ha tutti i connotati per essere definito propagandistico: “Penso che ognuno sia libero di fare ciò che vuole – afferma Nemis – non importa quello che pensano gli altri. Se vuoi essere una “drag queen” e ai tuoi genitori non piaci, allora hai bisogno di nuovi genitori”.

Spaventa, perché la frase “ognuno sia libero di fare ciò che vuole, non importa quello che pensano gli altri” è una frase che sottoscriverebbe la grande maggioranza della popolazione occidentale, ignara delle sue conseguenze estreme ma ormai, quando è troppo tardi, sempre più evidenti. Spaventa, poi, l’appoggio legale di questa perversione estrema. Basti pensare che in Europa e in Canada cominciano ad essere approvate leggi, sponsorizzate da Ue e Onu, sul diritto dei bambini alla sessualità e alla religione, da proteggere nel caso la famiglia si ponga in contrasto ad esse, come rivendica Nemis: “Se vuoi essere una “drag queen” e ai tuoi genitori non piaci, allora hai bisogno di nuovi genitori”.

Spaventa, perché questi sono i nuovi “bambini soldato” (di cui il web si sta riempiendo) ideologizzati fin dalla culla e trasformati in veri e propri kamikaze della guerra Lgbt, che vuole sovvertire la natura umana in affronto alla creazione divina. Infine spaventa perché, come ha dichiarato Stephen Black, ex omosessualista abusato da bambino, “stiamo assistendo alla comunità Lgbt che abbraccia l’abuso minorile coltivando malattie mentali, attraverso la promozione di un bambino “drag”. Non ci vuole un grande scienziato per capire che tutto questo alla fine porterà all’abuso sessuale”.

Sì, esattamente come i bambini soldato o kamikaze, anche questi sono violentanti nella psiche fino a sposare battaglie a cui naturalmente non penserebbero mai. Esattamente come un bambino non penserebbe mai a farsi esplodere o a sparare. Non c’è alcuna differenza, dunque, fra questi genitori ed educatori folli e i terroristi che, per affermare il proprio potere, abusano dell’innocenza e della purezza dei piccoli, così facilmente inclini al bene e così bisognosi di fidarsi da essere altamente manipolabili, a meno di assecondare la loro inclinazione al bene senza forzature contrarie, come l’Occidente fobico di se stesso ha smesso di fare da tempo.

Infatti, non ci si stracci le vesti solo ora, quando è chiaro che il problema viene da lontano. Cioè dal fatto che sono sessant’anni ormai che si concepisce l’educazione come un training performate, dove il male e il bene non esistono e dove quindi la libertà non può essere sollecitata ad aderire ad alcun valore positivo senza essere tacciati di bigotteria violenta. Ma ora è più evidente che, al contrario, la violenza consiste nel negare il bene e il male oggettivi (gli unici argini agli abusi di qualsiasi potere) e nel predicare la libertà senza vincoli, in modo che quella dei più deboli, i bambini, sia schiava di quella degli adulti.

Un altro ex attivista Lgbt, Greg Quinland, oggi presidente dell’associazione Center for Garden State Families, parlando con Lifesitenews di Nemis, ha infatti fatto notare così: “Guardate ai suoi genitori. Guardate sua madre. Tutto questo è solo per fare pubblicità a se stessi a spese del loro bambino”. E, se fino a pochi anni fa, un episodio del genere (genitori che portano il figlio ad esibirsi in bordelli sodomiti) sarebbe stato sufficiente alla revoca immediata della potestà genitoriale, oggi siamo alla follia per cui un figlio ideologizzato dalla propaganda sodomita potrebbe essere separato dai suoi genitori ritenuti “bigotti”.

Siamo solo alla caduta dell’ultimo tabù, conseguente al mantra della liberazione sessuale del “corpo è mio e lo gestisco io”. Per cui, una volta che riusciranno a convincere i bambini che è normale anche avere rapporti con gli adulti, i vecchi sessantottini che magari si scandalizzano degli eccessi di un bambino trasformato in “drag queen”, non avranno categorie intellettuali e culturali per opporsi alla pedofilia che deriva dal loro stesso pensiero.

E’ triste pensare che mentre si accusa di terrorismo (senza nemmeno avere il coraggio di chiamarlo islamico) coloro che immolano i bambini alla causa jihadista, non ci si accorge che un’altra forma di schiavitù innocente verrà presto accolta dall’Occidente come normale. Sono due forme identiche del nichilismo, figlie della negazione del Dio creatore che si specchia nell’innocenza in cui può risplende con più facilità. Per questo il diavolo la odia tanto. E per questo ogni cristiano, invece che stare pacifisticamente a guardare questa empietà, dovrebbe lottare contro di essa. Sapendo che se i bambini educati nel male riescondo ad arrivare a tale perversione, richiamati continuamente alla verità senza sconti potrebbero davvero salvare mondo. Sta a noi.

Benedetta Frigerio in La nuova Bussola Quotidiana

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