Ti chiedo il dono del tuo Spirito, Signore, perché anch’io voglio rimessi i miei peccati. E non credo che il senso delle tue parola fosse soltanto un’assegnazione di un potere ai tuoi ministri. Il sacramento della riconciliazione è un dono alla tua Chiesa per ogni uomo di buona volontà.
Ma prima io ho bisogno del tuo Spirito per diventarlo. È la mia coscienza che necessita di essere svegliata, visto che dorme nel ribaltamento dei tuoi valori nella mia persona e nella mia società.
Ho peccato nella frenesia del lavoro e delle abitudini, ho smesso di guardare ed ascoltare davvero gli altri, la natura e le sue meraviglie, la creatività e il suo valore. Ho peccato nelle priorità delle mie azioni: prima per me, poi per la mia famiglia, poi per gli amici, poi, se c’è posto, per tutti gli altri. Scordandomi della scala dell’urgenza del bisogno.
Ho peccato nei sentimenti, quando la gelosia, la ripicca, l’ira hanno avuto il loro spazio “naturale” e non si sono cambiati in comprensione, perdono, distacco. O quantomeno giustizia.
Ho peccato nelle omissioni, quando il necessario riposo è stato scusa per perdere tempo prezioso, per coltivare vizi pericolosi, per sedermi sugli allori o in depressione.
Ho peccato con le mie ansie e le mie paure, fragile approccio per la mia sicurezza, che sbloccano gli slanci propri di chi ha trovato in sé, negli altri e in Dio la roccia per costruire la vita.
Spirito, non rendermi solo consapevole dei miei peccati. Agisci perché col tempo abbiano meno spazio e lascino il posto all’ora della pace del Signore.
P. Raimondo, S. Messina in Avvenga secondo la vostra fede