Siamo nella Novena che ci prepara alla grande festa del dono dello Spirito Santo e in questo contesto volgiamo ringraziare Maria, ancora una volta, del cammino che ci ha fatto fare in questo mese facendoci staccare dalla frenesia che tanto accompagna le nostre giornate con la preghiera del Rosario, in cui abbiamo meditato i misteri della vita di Maria unita in modo unico a quelli che sono poi i misteri di Gesù, così attraverso Maria arriviamo sempre a Gesù.
Maria, di cui ammiriamo l’umiltà, ma che viene avvolta da un mistero profondo, siamo “nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret” è il grande evento dell’incarnazione e alla domanda “ com’è possibile? Non conosco uomo” riceve da Gabriele questa risposta: “”Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”. La risposta la conosciamo tutti: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Ella si rende disponibile all’ azione di Dio, all’ azione dello Spirito”. Anche noi, che dovremmo essere tutti uomini e donne spirituali, dovremmo, come lei, renderci disponibili e docili all’ azione dello Spirito, che attraverso i suoi doni ci fa crescere nel cammino della fede. Così Maria diventa la donna che più da vicino ha sperimentato la verità di quelle frase che troviamo quasi al termine del Vangelo dell’annunciazione in bocca all’ arcangelo: “Nulla è impossibile a Dio”.
Così veniamo da lei invitati ad approfondire quello che è il nostro rapporto con lo Spirito Santo, al quale, se ci abbandoniamo, trasforma totalmente le nostre vite. Fra Maria e la terza persona della Santissima Trinità, vi è una relazione profonda.
S. Francesco definirà Maria sposa dello Spirito Santo. In effetti troviamo Maria in attesa dello Spirito Santo nel cenacolo nel giorno di Pentecoste.
San Massimiliano Kolbe va anche oltre dicendo: «L’unione tra lo Spirito Santo e la Vergine Immacolata è così stretta che lo Spirito Santo non esercita alcun influsso nelle anime se non per mezzo di Lei» (Lo Spirito Santo e l’Immacolata, ed. Vita Nuova).
Se poi richiamiamo alla nostra mente quella che è l’iconografia, secondo una tradizione antica, la scena viene rappresentata con lo Spirito che scende prima di tutto su Maria e poi sotto forma di dodici fiammelle, si posa sul capo degli apostoli, quasi a richiamare Maria come dispensatrice dei doni e delle grazie dello Spirito.
Ma a ricordare a noi tutti che come Maria abbiamo il compito e la missione di rendere presente, vorrei dire generare, Gesù nel mondo.
Ed ecco la festa che noi oggi celebriamo! Festa della Visitazione. Lo stesso Spirito dell’annunciazione spinge Maria a recarsi da Elisabetta per annunciare le grandi opere di Dio. Anche noi che come Maria abbiamo ricevuto il dono dello Spirito, nel Battesimo, nella Cresima, siamo mandati nel mondo a proclamare le grandi opere che Dio compie, e le compie anche oggi, a chi a Lui si rivolge e si abbandona con la stessa obbedienza ed umiltà, docilità di Maria. Una docilità che a noi tante volte manca, abituati ad un’immagine di Dio fatta a nostra misura! Anche noi siamo mandati per fare della nostra vita un magnificat, un inno di annuncio, di lode e di ringraziamento, senza dimenticarci, che come è stato per la Madre, prima della Pentecoste, dono della Pasqua, della Risurrezione, vi sono il Calvario e la Croce.
La Chiesa animata, sorretta dal dono dello Spirito, esce dal Cenacolo per annunciare a tutti la Risurrezione del Signore, chiediamo a Maria Madre della Chiesa di intercedere quei doni necessari a questa che è la sua missione primaria.
Un ultimo pensiero lo voglio dedicare a Fatima. Siamo nel centenario delle apparizioni, il Papa ha proclamato Santi Francesco e Giacinta, due dei tre fanciulli.
A loro la Madonna chiese di essere disponibili a Dio per la “riparazione per i peccati da cui Lui è offeso” e la supplica per la conversione dei peccatori, e loro hanno risposto di sì. Alla luce di ciò forse dovremmo rivisitare anche il nostro modo di pregare, dal quale parole come supplica, conversione dei peccatori, i primi siamo noi, mancano un po’.
L’ altra cosa che vorrei richiamare è la visione dell’inferno, che colpì particolarmente Giacinta. Lucia la descrive seduta e assorta mentre diceva:
“L’inferno! Quanto dispiacere ho delle anime che vanno all’ inferno”.
Allora finché ci viene concesso cerchiamo con l’aiuto di Maria, e chiediamo a Lei che interceda quei doni di grazia necessari, per una vera conversione del cuore e della vita. Chiediamole che predisponga i nostri cuori ad una rinnovata accoglienza e primavera dello Spirito affinché possiamo divenire sempre di più uomini e donne spirituali non per separarci dal mondo ma per cambiarlo dal di dentro, renderlo migliore secondo il progetto di Dio che il Signore Gesù ci ha fatto conoscere.
Deo gratias, qydiacdon