Una coppia gay sta cercando una casa in affitto nella provincia di Pisa. «Qualche giorno fa — racconta uno dei due — dopo aver visto qualche alloggio con una grossa agenzia di Pontedera, abbiamo trovato sul loro sito un appartamento in una frazione di Vicopisano. Ho quindi chiamato chiedendo di poterlo vedere. Ma mi è stato risposto che i proprietari volevano affittarlo solo a famiglie tradizionali. Ho quindi chiesto esplicitamente se il problema fosse il fatto che siamo una coppia omosessuale e mi è stato risposto di sì. Ho replicato dicendo che non mi sembrava una motivazione valida, al che mi è stato detto di lasciar perdere».
La coppia si è rivolta altrove «ma ho detto all’agente che non era giusto e che lasciar perdere vuole dire permettere discriminazioni. Se nessuno lo denuncia si sentiranno sempre in diritto di farlo».
Ed infatti hanno il diritto di farlo, così come hanno il diritto di non affittare ad universitari, persone dal reddito incerto, donne che esercitano la prostituzione, etc. Sono loro i proprietari dell’immobile. Inoltre dal punto di vista morale hanno il dovere di non affittare alle coppie gay. Infatti concedere un appartamento ad una coppia omosessuale significa favorire l’omosessualità di quelle due persone ed incentivare nella società una mentalità che normalizza questo orientamento sessuale. E infine non si capisce perché le persone omosessuali dovrebbero costringere tutti ad accettare l’omosessualità anche se la pensano in modo diverso. Non è la diversità il cavallo di battaglia dei movimenti gay?
L’Osservatorio sul Gender de LaNuovaBQ