È facile riconoscere Dio in Gesù Cristo, riconoscere che Gesù Cristo è Dio?
Sembra proprio che non sia così. Non lo è stato da subito, non lo è stato nei primi secoli della Chiesa, non lo è ancora oggi, forse anche per chi si dice “cristiano”.
Vedere è un dono grande! Pensiamo per un attimo se ci venisse tolto il dono della vista o se la nostra esistenza fosse confinata in una stanza buia senza finestre, senza nessun tipo di luce, come …
Come in quel racconto di un prigioniero nazista che scriveva alla sua famiglia tutto contento perché era stato spostato da una cella con quattro nude mura ad un’altra in cui c’era un’apertura in cima alle pareti, attraverso cui si poteva intravvedere il cielo azzurro al mattino e qualche stella di notte. Questo era per lui un immenso tesoro. Mentre noi che abbiamo a disposizione questo immenso tesoro non ci fermiamo neanche a contemplarlo per gioirne e ringraziare il Signore.
Pensate allora che cosa bellissima poter vedere Dio! E noi lo vediamo, lo incontriamo attraverso Gesù, ma molto spesso non ci fermiamo a riflettere, acontemplare come di fronte a un tramonto ad una bella alba, ad un cielo stellato e poi quando qualcosa non funziona secondo quello che noi vorremmo, o quando siamo in una situazione difficile ci viene da dire o da pensare come vorremmo vederlo. “Ma dov’è Dio si sente dire, a volte, in certe situazioni oppure dove è andato a finire”
Perché succede questo?
Perché noi siamo condizionati dagli orientamenti, dai desideri del nostro cuore nel vedere e giudicare quanto accade. Questa operazione lo facciamo anche con i fatti di Dio, come succede ai discepoli di Gesù a proposito della condizione del cieco.
“… chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”
“Né lui ha peccato, né i suoi genitori, ma perché in lui siano manifestate le opere di Dio”.
La risposta di Gesù scava in profondità. Anche nella malattia, anche in una condizione come quella del cieco Dio può manifestare la sua gloria!
Vengono tutti guariti forse i malati che vanno in pellegrinaggio a Lourdes? Certamente no, ma certamente la disposizione del loro animo cambia anche nei confronti della malattia.
L’ opera di Dio, per il cieco, si manifesterà non tanto e solo nella guarigione, che avviene, ma nel dono della fede e nel riconoscere Gesù come l’inviato, il Signore.
Quello che l’evangelista descrive è come un film pieno di colpi di scena. Avviene la guarigione, il miracolo, ma questo, anche se suscita stupore, meraviglia non viene accolto bene dai giudei, che addirittura dubitano che il cieco sia proprio colui che lo era dalla nascita e si apre immediatamente un inchiesta. Interrogano i vicini come è avvenuto il fatto:chi è stato?
“L’ uomo chiamato Gesù!”
L’ inchiesta continua davanti ai farisei che bollano Gesù come un peccatore, il miracolo è infatti avvenuto di sabato, giorno in cui ci si deve astenere da ogni attività. Un peccatore non può operare miracoli, riconoscerlo sarebbe mettere in crisi tutta la vita religiosa, non è un cambiamento possibile, hanno il cuore indurito.
Ma il cieco di rimando: “è un profeta.”
Ora vengono coinvolti tutti, anche i genitori del cieco, ma nessuno dei giudei vuole riconoscere in Gesù, che lo ha guarito, il Cristo. Continua il mistero del cuore indurito, tanto basta che chi avesse riconosciuto Gesù come tale, (il Cristo), sarebbe stato espulso dalla Sinagoga … scomunicato!
Ma il cieco insiste: “…volete diventare anche voi suoi discepoli” e “… se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla” .
La conclusione la conosciamo. Il cieco viene cacciato fuori!
Ma Gesù va a cercarlo, come fa con ciascuno di noi, è il momento
dell’incontro personale per passare dalla luce degli occhi a quella della fede, a quella della vicinanza di Dio e del cuore che ci dice: il Signore non ti abbandona. “Credi nel Figlio dell’uomo?”, chiede Gesù. “Signore io credo”, risponde colui che era cieco.
Alla fine chi vede veramente e sa riconoscere Dio in Cristo è colui che è stato guarito dalla sua cecità e quelli che avrebbero dovuto condurre all’ incontro con il Cristo: scribi, farisei, dottori della legge, i giudei, sono i veri ciechi. Accecati dalla presunzione, dall’orgoglio, da quell’auto sufficienza che nasce dal peccato e impedisce di riconoscere Dio che in Gesù si fa vicino.
Con gli occhi della fede si può vedere quello che non si può cogliere con gli occhi del corpo.
Chiediamo al Signore: “ Aumenta la mia fede”
Deo gratias, qydiacdon 26-3-2017