Il cardinale Raymond Burke, in una intervista concessa al portale statunitense LifeSiteNews, ha detto che “i dubia [rivolti al pontefice per chiarire alcune interpretazioni controverse di Amoris laetitia, ndr] devono avere una risposta perché hanno a che fare con i fondamenti stessi della vita morale e del costante insegnamento della Chiesa in materia di bene e male per quanto riguarda le realtà sacre del matrimonio e dell’eucaristia”.
Come già aveva preannunciato in altra occasione, il porporato statunitense ripropone la possibile «correzione formale» del Romano Pontefice. Secondo Burke questa pratica costituisce un “istituto” consolidato nella pratica della Chiesa: «non è stato utilizzato negli ultimi secoli, ma ci sono esempi ed è realizzato con l’assoluto rispetto per l’Ufficio del Successore di San Pietro, infatti, la correzione del Papa è in realtà un modo di salvaguardare tale ufficio e il suo esercizio».
Nel corso dell’intervista a LifeSiteNews il cardinale lascia supporre che questa correzione formale potrebbe avvenire nel 2017. Un precedente spesso citato in riferimento alla situazione attuale è quello che ha riguardato Papa Giovanni XXII (1294-1334). Venne pubblicamente sfidato da re, cardinali, vescovi e teologi, dopo aver negato la dottrina secondo la quale le anime dei giusti sono ammesse alla visione beatifica dopo la morte, insegnando invece che essa è rimandata fino alla risurrezione generale alla fine dei tempi. In punto di morte il pontefice ritrattò, affermando di essersi espresso esclusivamente come teologo privato, senza impegnare il magistero che comunque deteneva. Benedetto XII (1335-1342), eletto papa dopo la morte di Giovanni XXII, chiuse la questione con una definizione dogmatica.
In un’altra intervista concessa dal cardinale Burke al direttore del network televisivo EWTN, Raymond Arroyo, ha detto che non è vero che i dubia dei quattro cardinali sono divisivi. «Al contrario, stiamo cercando di sanare una divisione che è già abbastanza fomentata, per utilizzare le sue parole. In ogni luogo in cui vado, molti fedeli laici, sacerdoti, vescovi [con] cui parlo si trovano in uno stato di estrema confusione su questo tema. I sacerdoti mi dicono che alcuni di loro in confessionale dicono una cosa ai fedeli, altri ne dicono un’altra. La divisione verrà dissipata solamente quando a queste questioni, che abbiamo sollevato in conformità col modo tradizionale di risolvere materie di gravissima importanza all’interno della Chiesa, verrà data una risposta adeguata. Ma allo stato attuale delle cose, se si continua così, la divisione potrà solo crescere, e ovviamente il frutto della divisione è l’errore. E stiamo parlando della salvezza delle anime, del fatto che vi siano persone indotte all’errore in temi che hanno a che vedere con la loro salvezza eterna».
Sinodo 2015, osservatorio