E’ un percorso spirituale: la vita spirituale come cammino.
Avviciniamo alcune virtù di Maria: il silenzio, l’ascolto, l’obbedienza, l’umiltà, il cammino, il servizio, la meditazione, la purezza di cuore, la misericordia.
La virtù del silenzio
Il silenzio è indispensabile alla vita spirituale. Se non ci è vuoti, Dio non ci può riempire.
Il silenzio è la virtù primaria: essere vuoti per essere riempiti: Dio immette la Parola di vita. Ma perché Dio possa agire in noi, occorre il silenzio.
Per essere riempiti bisogna svuotarsi, per essere “vergini” (come Maria) bisogna essere tutti di Dio, bisogna che il grembo sia solo per Dio, e non per altri.
Bisogna “disintossicarsi” di tutto e lasciarsi riempire da Dio.
Stare davanti alla Croce di Cristo –trono di gloria (Kenosi) per una maternità senza confini, come Maria.
Il vero silenzio è Maria davanti alla Croce. Il silenzio non è solo virtù ascetica ma virtù “teologica”: Dio parla.
La virtù dell’ascolto
Il silenzio è un dono da “conservare”. Non basta “sentire” ma si deve ascoltare: ascolto e accoglienza.
Ascoltare Dio – accogliere l’altro.
Ascolto è lasciarsi “interrompere”.
L’ascolto vero è generato dal silenzio perché Dio ci parla, ci trasformi. L’ascolto richiede disponibilità, conversione.
Maria scolta l’annuncio dell’Angelo: stupore, meraviglia, disponibilità (cambio di programma).
Dio interrompe la nostra vita: accoglienza e interruzione. Ci obbliga ad interrogarci.
La Parola di Dio ci obbliga a cambiare.
La virtù dell’obbedienza
Silenzio. Ascolto. Obbedienza.
Non si obbedisce se prima non si è fatto silenzio e non si è ascoltato la Parola di Dio.
L’obbedienza è anche un voto: e non è semplice assenso.
Obbedienza come ossequio –identificazione con una proposta che viene da Dio-.
Obbedienza come adesione a un progetto.
Maria è la serva obbediente –che aderisce al progetto di Dio-.
Obbedienza = vocazione (sei chiamato? Aderisci o no. Non ci sono alternative).
Maria accetta di essere Madre. Siamo provocati ad accettare qualcosa di inspiegabile per un progetto di Dio.
La virtù dell’umiltà
Dall’obbedienza nasce l’umiltà. Ci vuole silenzio, ascolto, obbedienza e umiltà.
L’umiltà non è l’atteggiamento di chi si matte da parte –falsa modestia più delle volte!-.
L’umiltà come spoliazione di sé. Davanti a Dio come poveri.
Umiltà è spogliarsi dell’uomo vecchio (che fatica sempre a morire) e lasciarsi rivestire del nuovo da Cristo.
L’umiltà non è il contrario della superbia. Cristo umiliò se stesso, facendosi obbediente.
Umiltà come povertà, come spoliazione, come pellegrinaggio, come fragilità della nostra vita.
Maria è l’umile serva del Signore. E’ l’umile ragazza che si mette nella precarietà, che accoglie la chiamata e tutto quello che ne consegue.
La virtù del cammino
Il cammino è un percorso di fede. E’ un atteggiamento di trasformazione, di cammino.
Non siamo perfetti, siamo in cammino.
Ogni giorno Cristo ci chiama alla vita, ci chiama a muoverci, ci chiama a camminare dietro di Lui.
Essere pellegrini. Dio con il cammino educa il popolo di Israele. La chiesa è un popolo in cammino verso il regno. Il cammino ti mette nella verità.
Maria dopo l’annuncio si mette in cammino, va da Elisabetta. Alla chiamata risponde con un cammino per servire.
La virtù del servizio
Il servizio come conseguenza di tutto il cammino fatto, con umiltà, con obbedienza, con ascolto e con silenzio.
Il servo è colui che si trova in precarietà e quindi serve come solidarietà. Il servizio che risplende è farsi povero, camminare insieme al fratello.
Il “servo sofferente” che si carica di tutto il nostro male per portarci la salvezza.
Maria, serva del Signore e degli uomini. Che si sente umile serva e serve gli umili, i poveri, Israele, i discepoli.
Gesù è venuto per servire, Lui capovolge le nostre misere categorie umane: “i capi delle nazioni dominano su di esse…ma tra voi non sia così”. Nella chiesa non sia così, tra di voi, non sia così.
Il Figlio dell’Uomo è venuto per servire e dare la sua vita in riscatto per molti.
Il servizio non è potere (comandare). Il servizio è condivisione con l’altro.
La virtù della meditazione
Meditazione e contemplazione.
Ogni tanto –spesso- si deve fare una “pausa” e fermarsi per riflettere – meditare, sulla propria vita, sul tutto e riprendersi in mano.
Meditazione come pausa per riflettere e riprendersi. Non avere mai la presunzione di sapere tutto, vedere tutto, potere tutto.
Meditare è rimettersi di fronte a Dio, alla storia, alla salvezza.
Anche nei fatti dolorosi la luce di Cristo c’è sempre: si deve saper vedere. Si deve avere una vita spirituale nutrita dalla meditazione che affina lo sguardo per leggere il tutto nella contemplazione.
Saper leggere nei fatti della vita l’amore di Dio è da spiriti affinati e da contemplativi.
Maria medita i misteri di vita del Figlio e li serba nel cuore.
La virtù della purezza di cuore
La purezza di cuore è un traguardo nel percorso di fede. La chiarezza, la limpidezza delle intenzioni, della volontà, dello sguardo, avere una trasparenza dalla quale si vede che c’è Cristo come centro. La purezza di cuore è un cuore indiviso (non diviso fra più cose, più amori, più persone).
Il contrario della purezza di cuore è l’ipocrisia, il calcolo, la falsità.
Se non hai un cuore indiviso non si può avere un cuore centrato su Cristo.
E’ una virtù che va custodita oltre che va costruita.
Un cuore non puro ha degli idoli: ha più di un “signore” a cui presta ossequio. Ciò che si oppone alla purezza di cuore è l’idolatria: cose, persone, successo, piacere, denaro.
L’idolatria è il fulcro della nostra società, detta appunto la società dei consumi: si consuma tutto perché si è idolatri, si vive di consumi, e il mercato è il nuovo idolo dove ci si “vende”.
La purezza di cuore comprende invece tutto di noi.
Beati i puri di cuore…perché vedranno Dio.
Maria con il suo sì ha visto Dio e ha “servito” Dio e “tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
Gesù ci insegna che la radicalità della purezza è seguire Lui: metterlo al centro.
La purezza del cuore ti dice che non puoi seguire due padroni, o servire due padroni, o amare due padroni. Il compromesso non è mai buono: non ti lascia libero, non ti lascia puro.
La virtù della misericordia
La misericordia riassume tutte le virtù.
Misericordia non solo pietà, compassione: è l’amore fedele di Dio nell’alleanza. Dio è
misericordioso sempre, a prescindere dalla nostra fedeltà. La misericordia è l’amore fedele di Dio.
Dio testimonia il suo amore fedele, è fedele a se stesso: Dio è senza misura.
Se noi “misuriamo”, “così” saremo misurati. La misericordia invece è senza misura.
La misericordia è legata al memoriale (far memoria della storia della salvezza), amore fedele senza misura.
La virtù della misericordia senza tutte le altre virtù elencate è assurda. A noi dà scandalo (dà fastidio da morire) la misericordia di Dio verso tutti.
Gesù è la verità. Solo Cristo è assoluto.
Dio è amore fedele senza condizioni.
Maria sotto la Croce è madre di misericordia, e il discepolo amato siamo tutti.
Maria ha capito la misericordia di Dio che va oltre la morte in Croce del Figlio, va oltre il tradimento, l’abbandono, l’infedeltà.
Mnoemi – Monastero Carmelo S.Anna, ( Carpineto Romano)