La commemorazione dei fedeli defunti, assieme alla Solennità di Tutti i Santi che abbiamo celebrato ieri, sono i giorni della memoria. I giorni in cui i cimiteri si animano, meta di tante persone.
Vengono pulite le lapidi, portati fiori. Ci si ferma davanti alle immagini che ritraggono i nostri cari e si ricorda!
Si ricorda chi e cosa hanno significato per noi, magari si sussurra una preghiera o si fa un segno di croce.
Un ricordo che, per chi ha fede va oltre, si dilata nella preghiera, si apre alla speranza che deve poi essere sostenuta dalla carità.
Ieri vedevo un’ anziana signore che aveva messo un fazzoletto sull’ impugnatura del bastone e così puliva la foto sulla lapide, troppo in alto per potervi arrivare, della persona che le era stata cara, quasi una carezza ad illuminarle il viso. Avrei voluto dirle che stavamo pregando perché quel suo caro fosse nella luce piena, trasfigurato dal Signore in una bellezza incomparabile che non possiamo immaginare.
Nel Credo apostolica noi professiamo la fede nella vita eterna e nella Risurrezione. Un grande Santo ( Agostino) dice che esistono modi di vivere, ( lui dice: due vite). “ Uno nella fede, nel tempo nella peregrinazione, nella fatica, nel lavoro, in cui ci si deve tenere lontano dal male dominando le passioni e combattendo contro la tentazione e “l’ avversario”, il maligno”: questa è la nostra vita attuale.
L’ altro è “ nella dimensione eterna, “ in quella dimore non preparata da mani d’ uomo, in quella patria che è nei cieli, dove vi è un gran bene da godere, dove non vi è più da combattere con “l’ avversario”, non vi è più alcuna avversità da sostenere e si riposa nella gioia dello Spirito …”
Da lì si contemplano un nuovo cielo e una nuova terra … lì verrà tersa ogni lacrima, non vi è più la morte, né lutto, né affanno, come ci annuncia il libro dell’ Apocalisse.
Questo noi preghiamo, speriamo per i nostri cari defunti e anche per noi quando ci ricongiungeremo a loro nella comunione dei santi in Cristo: questa è la nostra speranza!
Una speranza che si fonda nell’ amore del Padre, che ha mandato Gesù, che è morto e risorto per noi e nella sua Risurrezione vi è già anche la nostra Risurrezione. Quell’ amore che sta prima di tutto, che ci precede ancora prima che noi entriamo nel tempo, nell’ esistenza e che, proprio per questo ci amerà sempre. In questo amore, mentre noi siamo in cammino dobbiamo rimanere!
A questo amore ci affidiamo e affidiamo i nostri cari per cui celebriamo l’ Eucaristia, sacramento della Pasqua, certi della Parola del Signore:
“ Questa è la volontà del Padre mio … che non perda nulla di quanto egli mi ha dato,, ma che lo risusciti nell’ ultimo giorno … che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna”.
Vorrei concludere pregando:
Aiutaci, Signore, a consolidare in noi la fede della certezza della Risurrezione.
la fede che anche le tombe in cui giacciono i nostri cari che abbiamo amato sono un giorno destinate ad aprirsi,
proprio come il sepolcro di Cristo,
perché la morte non può trattenere chi ha ricevuto il sigillo della vita.
La fede che anche per noi e per tutti saremo raggiunti da quella Parola di speranza
che percorre la storia da quel giorno:
“ Non è qui. È risuscitato!”
Deo gratias, qydiacdon