Quattro crocifissi, otto decapitati. Le donne violentate e picchiate pubblicamente
Terroristi dello Stato islamico in Siria hanno torturato e uccisi un ragazzo di 12 anni, insieme a 11 missionari cristiani, dopo aver rifiutato di lasciare il paese e rinunciare a Cristo.
Secondo l’Organizzazione Missionaria “Christian Aid” con sede in Virginia (USA), tutte e 12 le vittime sono state catturate lo scorso 7 agosto in un villaggio alla periferia di Aleppo.
Tre settimane più tardi, i militanti dell’Isis hanno interrogato i prigionieri per ammettere la loro conversione dall’Islam al cristianesimo, reato punibile con la morte. Il ragazzo e gli undici missionari, islamici siriani convertitisi al cristianesimo, hanno con coerenza dichiarato la loro scelta e negato ogni possibilità di ‘ri-conversione’ all’islam.
Perciò, lo scorso 28 agosto in un silenzio assordante da parte dei media occidentali, i 12 prigionieri sono stati divisi in due gruppi.
Un gruppo di quattro, che includeva il 41enne leader cristiano, suo figlio 12enne e altri due operatori pastorali, sono stati portati in un villaggio vicino ad Aleppo per l’ennesimo interrogatorio; l’altro gruppo, invece, formato dagli altri 8 missionari, sono invece interrogati in un altro dei villaggi sotto il controllo dell’Isis, sempre nei dintorni di Aleppo.
Dopo l’ennesimo rifiuto a rinunciare al cristianesimo, i primi quattro, incluso il ragazzo 12enne, sono stati torturati e crocifissi di fronte alla folla: sono stati lasciati morire sulla croce e rimossi solo due giorni dopo.
Prima della crocifissione, per indurre il leader evangelico ad abiurare la propria fede cristiana, i militanti dell’Isis lo hanno costretto ad assistere al taglio delle falangi di tutte le dita delle mani del figlio.
Gli altri otto missionari, che, come dicevamo, sono stati interrogati in un altro villaggio, hanno subito la decapitazione, dopo aver anch’essi rifiutato di convertirsi all’Islam. Due dei missionari erano donne, rispettivamente di 29 e 33 anni.
Ma, prima di essere decapitate, i loro aguzzini le hanno pubblicamente violentate e successivamente picchiate.
Alcune testimonianze raccontano che nel momento in cui sono state costrette ad inginocchiarsi per la decapitazione, tutte e otto le vittime pregavano ad alta voce.
Dopo le speranze su un accordo Usa-Russia di inizio Settembre, dopo il nuovo incontro di Losanna (allargato ad altre potenze della regione) e a seguito dei diversi fallimenti di intesa, urge ancor più far memoria delle crudeltà e degli atti di sincero eroismo cristiano che i nostri fratelli ci forniscono con la loro vita.
Una tragica e luminosa quotidianità che, nonostante la censura dei media occidentali, può ispirare le nostre preghiere e la nostra vita.
Tutto questo, rende oggi ancora più urgente l’appello dei Patriarchi Siriani: fermare le sanzioni contro la Siria che uccidono il popolo!
Sensibilizziamo il più possibile riguardo a queste atrocità, nonostante la censura dei media occidentali.
(fonte: Luca Volontè in Novae Epistulae)
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PS.
La petizione dei Patriarchi Siriani si può trovare su http://citizengo.org/it/pr/37052-fermiamo-lassedio-del-popolo-siriano-togliamo-le-sanzioni-alla-siria