Il gender diktat ha fatto una nuova vittima illustre. E’ ora infatti il turno del vescovo di Sulmona-Valva, don Angelo Spina, il quale si trova, suo malgrado, al centro di una furiosa polemica a causa di alcune sue dichiarazioni “politically uncorrect,” rilasciate in un’intervista apparsa sul sito web “La Fede Quotidiana”.
L’intervista “incriminata”
L’unica colpa del vescovo molisano è stata quella di aver espresso le proprie considerazioni, anche in virtù del suo ruolo di pastore della Chiesa cattolica, riguardo l’indiscutibile profondacrisi nella quale versa oggi l’istituto della famiglia.
Interrogato a tale riguardo, don Spina ha puntato il dito contro due responsabili principali:
«Direi che i problemi sono due e interagiscono. Politica e clima culturale ostile remano contro la famiglia naturale fatta da uomo e donna. Partiamo dalla politica. Penso che non le attribuisca la cura che merita. In quanto al clima culturale è negativo e spesso addirittura ostile».
In particolare, ciò che ha fatto sobbalzare i paladini del verbo LGBT sono state le sue parole di denuncia nei confronti dell’asfissiante clima culturale odierno, monopolizzato da unapotente e danaruta lobby, interessata ad imporre il proprio diktat ideologico con il decisivo supporto di media e stampa compiacenti:
«Oggi il mondo è impregnato da una ideologia che spaccia per diritti quelli che in realtà sono arbitrio. La stessa politica in Italia ne ha dato prova correndo per approvare la legge sulle unioni civili che certamente non erano la priorità, ma sono figlie di potenti e ricche lobby. Io non discuto i diritti individuali, ma non è possibile accostare come è stato fatto, la famiglia naturale composta da uomo e donna aperti alla vita con altri tipi di unione. Spiacevolmente anche la stampa e i media spesso danno una pessima informazione, orientata a far credere che tutto sia lecito e permesso nel nome di una falsa libertà». Parole evidentemente scomode e troppo “forti” per la comunità LGBT+ che non ha perso tempo a scagliarsi contro don Spina, capitanata dalla stessa parlamentare PD Monica Cirinnà, che ha subito commentato così, sulla sua pagina Facebook, le esternazioni del Vescovo:
“Giorni fa ho fatto due assemblee nella sua diocesi, sale gremite da chi vuole il rispetto dell’art. 3 Cost., è uguaglianza non libero arbitrio”.
L’onorevole Cirinnà, che si vanta di aver riempito due sale in Molise per fare propaganda riguardo la legge da lei voluta sulle “unioni civili”, farebbe bene a sapere e a raccontare anche che l’intera provincia di Campobasso detiene il primato nazionale di non aver chiesto nemmeno un’ unione da quando la legge è entrata in vigore.
Solidarietà dai propri fedeli
In mezzo a tale pesante clima di persecuzione mediatica, monsignor Spina ha ricevutol’appoggio e la solidarietà dei propri fedeli della concattedrale di San Bartolomeo a Bojano dove don Angelo è popolare ed amatissimo. I cittadini del piccolo comune molisano stanno utilizzando la rete Internet per cercare di far sentire il più possibile la propria voce in difesa del loro pastore attaccato ingiustamente.
Di seguito riportiamo uno dei numerosi messaggi di sostegno apparsi in rete :
“Il Vescovo di Sulmona-Valva, mons. Angelo Spina sta subendo, in queste ore, un feroce attacco mediatico ad opera di UAAR, truppe cammellate LGBT e Cirinná solo per aver ribadito il valore della famiglia naturale e tradizionale! Sosteniamolo!”.
L’UNICA VERITA? NESSUNA VERITA’
Il vergognoso attacco che sta subendo il vescovo di Sulmona-Valva rivela ancora una volta il carattere totalitario ed intollerante dell’odierno diktat etico. La dittatura LGBT+ arriva addirittura a pretendere che le proprie folli idee siano propagate ed imposte urbi et orbi con il silenzio/assenso della stessa Chiesa cattolica.
Si assiste così ad curioso e già visto paradosso, per il quale, la Cirinnà e i sostenitori di ogni tipologia di diritto, in nome del principio di non-discriminazione, negano ai rappresentanti cattolici il diritto a professare il proprio credo religioso.
Un’evidente e macroscopica contraddizione che mette in luce come il clima culturale odierno, opportunamente condannato da don Angelo Spina, sia quello di non poter proclamare alcuna verità al di fuori dell’unica verità accettata e praticabile: il non avere nessuna verità.
(di Rodolfo de Mattei su Osservatoriogender.it)