Un rabbino aveva un nipotino che numerosi compagni venivano a raggiungere nei giorni di vacanza. Quella sera, si era deciso di giocare a nascondino. Nelle cantine della casa, nelle stalle e nei granai, i nascondigli abbondavano: tutto un universo misterioso per sottrarsi agli sguardi. Colui che la sorte aveva designato andò a caccia con metodo. La ricerca durò a lungo. Scovò l’ uno dopo l’ altro tutti i suoi compagni, salvo uno: il nipote del rabbino. Tutta la banda tentò di ritrovarlo, chiamò, e infine partì per giocare altrove.
Quando non sentì più niente il bambino uscì dal nascondiglio. Non c’ era più nessuno. Restava solo il nonno, seduto presso la porta di casa.
Il bimbo scoppiò in singhiozzi. “Perché piangi?”, gli domandò il vecchio rabbino. “Perché nessuno mi cerca più”, singhiozzò il piccolo. Allora il vecchio rabbino prese il bimbo tra le braccia e mormorò: “ Anche Dio si è nascosto al mondo, e piange perché noi non lo cerchiamo più”
Ed è proprio così! L’ uomo pieno di se stesso, del proprio io non cerca più Dio, pensando di poterne fare a meno fino a quando non si scontra con la propria finitezza, il proprio limite e grida a Dio che “piange” perché non abbiamo saputo riconoscere il tempo in cui Lui ci ha visitato e ha bussato alla porta del nostro cuore! (dqy)