Ahimè, chi ci libererà dai cattomunisti? Pretendono di comandare sempre e comunque, sennò fanno sfracelli. Uno potrebbe dire: vabbe’, se ci tengono tanto, si accomodino. Il guaio è che non sanno farlo. Non sono autorevoli, solo prepotenti. Di economia non capiscono un’acca, la loro ricetta è una sola: tasse.
L’unica cosa che sanno fare bene è la propaganda politica, infatti sono abilissimi a occupare tutti i media. Poi, neutralizzano gli oppositori a colpi di slogan: fascista, razzista, omofobo, populista. Argomenti zero (perché non ne hanno), insulti e linciaggi i loro metodi. Piazzati nei posti, anche di lavoro, quelli della loro fazione, gli altri capiscono l’antifona, ed è per questo che non c’è mai elezione che li schiodi. I catto? In realtà sono i progressisti, che con gli stessi sistemi (e la medesima ideologia), pur essendo in minoranza, comandano. Hanno tutte le cattedre, anche quelle apicali, nonché l’arma della parola, anche domenicale, a cui i fedeli sono abituati a obbedir tacendo per rispetto e/o timor reverentialis.
Così, la copertura propagandistica è totale. I disastri? Essendo costoro giacobini d’animo, ragionano così: tanto peggio per i fatti. Come diceva un pezzo grosso del Comitato di Salute Pubblica, «faremo della Francia un cimitero pur di rigenerarla a modo nostro». Questa premessa filosofica potrà sembrare ridondante rispetto al fatto che andiamo a commentare. Ma è solo un’anticipazione del commento, e il fatto è solo un minimo ma flagrantissimo esempio.
Ed ecco il fatto: il linciaggio mediatico del controllore della metropolitana milanese che ha trattato in malo modo l’immigrato nero che aveva saltato i tornelli per non pagare il biglietto. Ora, nessun prete ricorda a tutti che anche gli immigrati extracomunitari, essendo esseri umani, hanno il Peccato Originale. Infatti, essi subiscono salassi economici, umiliazioni, botte, sevizie, trattamenti inumani, stupri e perfino la morte in certi casi per mano dei trafficanti e dei loro scafisti. E zitti tutto sopportano. Poi, arrivati in Italia, i disperati, i poveracci, gli infelici, i tapini, gli sfruttati eccetera ci mettono un fiat a capire come funzionano da noi le cose e adeguarsi (leggi: approfittarne): rivolte, centri d’accoglienza distrutti, cibo rifiutato. E trasporti gratis.
Chi scrive ha visto di persona tram milanesi con vecchiette italiane paganti in piedi e giovanottoni neri gratuitamente stravaccati sui sedili. Un controllore –uno- ha fatto il suo lavoro e ha aggiunto una ramanzina affinché il portoghese nero ci pensi due volte la prossima volta. Sì, è vero, gli epiteti usati non erano dei più urbani, ma mettiamoci nei panni di un lavoratore in continua tensione, dato quel che succede nel mondo (e anche nei trasporti sub milanesi: abbiamo dimenticato il macchinista amputato a colpi di machete per motivi analoghi?). E l’esasperazione per una battaglia quotidiana e senza fine dove la mettiamo? E perché, insomma, tutta la comprensione psicologica deve andare al trasgressore e non a chi ha fatto il suo dovere?
Va bene, il ladro potrà invocare l’eccesso di legittima difesa, però il catto-com-pensiero sta sempre e comunque dalla parte del ladro, questo è il punto, perché «è colpa della società» (il catto-com-pensiero, infatti, sembra evangelico ma è marxista). Ed eccoli tutti, preti in testa, a stracciarsi le vesti, tanto che l’azienda Atm ha dovuto scusarsi, avviare indagine interna, richiamare l’incauto. Il quale, ne siamo certi, d’ora in poi si aggiungerà a quei suoi colleghi che fanno finta di non vedere.
Ciò a Milano aggiungerà un voto alla Lega? Niente paura: ci pensano i c.d. centri sociali a far passare a chiunque la voglia di fare il razzista e il populista. Voi direte a questo punto: il popolo, alle prossime elezioni, farà vendetta. Sbagliato. Non avete letto bene il commento nella prima parte. Rileggetelo attentamente. Capirete perché i milanesi hanno votato di nuovo un sindaco fotocopia.
Rino Cammilleri 25-07-2016 in la Nuova Bussola Quotidiana