Cara R.
“Non ne ho voglia” sembra la frase preferita della tua generazione. Non hai voglia di quella verdura lessata a mensa, non hai voglia di scrivere su quel quaderno, non hai voglia di andare a Messa, non hai voglia di fare ginnastica (!) … Qualche volta non hai neppure voglia di stare con gli amici o di andare in giro a bighellonare. Troppa fatica, meglio stare seduti sui gradini della scuola, al pomeriggio. L’ altro giorno vi ho detto ironicamente uscendo dall’ edificio: “ Ma non riuscite proprio a stare lontani di qui?”
Sei nell’ età in cui i ragazzi conquistano l’ autonomia. E decidono liberamente ciò che “ vogliono” fare. Di ogni cosa vi chiedete: “ Ne vale la pena?”. Fin qui, nessun problema. Ma il fatto è che il tempo passa. Anche decidere di oziare è una scelta, carica di conseguenze. Sì è probabile che uno studente girovago abbia meno problemi di salute di un operaio che fa turni in miniera. Ma quello che conta è l’ appassionarsi a qualcosa che riempia la nostra vita.
Non basta dire: “ Non ho voglia di …”, ma è necessario aggiungere: “ Però ho voglia di …” Quando hai voglia di qualcosa o di qualcuno, non vedi la fatica, la difficoltà. Andresti in capo al mondo per la persona di cui sei innamorata, faresti grandi sacrifici per raggiungere un traguardo in cui credi, non sentiresti la stanchezza se fossi carica di emozioni per una cosa bella che hai conquistato.
Per questo non ti stimerò di meno per un sufficiente anziché un ottimo all’ esame, basta che tu recuperi la voglia di spenderti per un obiettivo: sportivo, ricreativo, pratico che sia. Lo so che questo “lasciarsi andare” deriva da situazioni che hanno condizionato la tua vita. Ma so anche che oggi, come canta Vasco Rossi, “Basta poco!”, da giovane fiore che sboccia, hai intatta una grande effervescenza e capacità di esaltarti per le cose più importanti. Sfruttala, come il figlio della parabola di Gesù. Pochi avrebbero scommesso su di lui, visto che non ne aveva voglia. Ha trovato in se le risorse ed è stato doppiamente lodato.
( S. Messina e P.Raimondo in Avvenga secondo la vostra fede, Editrice Effatà)
Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». (Mt 21,28-32)