Catechismo trenta ragazzi, chiassosi, rumorosi, irrequieti e agitati, come tanti gruppi di catechismo. Entra la catechista, suor Celeste, la madre superiora, esattamente dopo Pasqua, e consegna dei foglietti sui quali vi è scritto questa domanda : Come facciamo a sapere che Gesù è risorto? Provate a rispondere sul foglio .Immediatamente un silenzio generale piombó nella sala. Giovanni, uno dei più irrequieti borbottò a bassa voce al suo amico Andrea: “ Adesso ci fanno fare anche le verifiche di catechismo”. Ma un occhiata di suor Celeste bastò per fargli chinare la testa sul foglio.
“A proposito avete un quarto d’ ora non di più”. “Ci mancavano anche le domande a cronometro”, pensò Giovanni senza alzare la testa.
Implacabile allo scadere del quarto d’ora suor Celeste, puntuale come la morte, ritirò i fogli e comincio a guardare le risposte, a volte annuiva, altre volte scuoteva la testa, altra ancora guardava al cielo esclamando: ” Mio Dio”, fino a quando non gli capitò fra le mani il foglietto di Ernesto.
Un piccolo bambino biondo, ma timido, al punto che, quando suor Celeste lo chiamò, impallidì, poi divenne rosso, cominciò a tossire. La madre superiora, suor Celeste, lo fece avvicinare al suo tavolo e gli consegnò il suo foglietto, dicendogli di leggerlo ad alta voce davanti a tutti i suoi compagni. Ernestino, temendo una pesante umiliazione davanti a tutti sentì la voce sprofondargli fin nelle scarpe e quasi si metteva a piangere. Suor Celeste, che quando voleva sapeva essere tenerissima, lo rassicurò e lo incoraggiò. Ernesto cominciò a leggere: “Gesù risorto è come lo zucchero che la mamma ogni mattina scioglie nel latte per prepararmi la colazione. Io non vedo lo zucchero nella tazza, ma se la mamma non lo mette, ne sento subito la mancanza. Ecco, il Signore risorto è così, anche se non lo vediamo. Se lui non c’è la nostra vita è amara, è senza gusto”.
Un applauso forte riempì l’aula, suor Celeste era raggiante, ringraziò Ernesto per la risposta così originale, semplice e vera. Poi completò: “Vedete bambini, ciò che ci fa sapienti non è il conoscere molte cose, ma l’essere convinti che Gesù risorto fa parte della nostra vita”.
( Rielaborato da Qumran 2)