Abbiamo ascoltato il vangelo: Gesù viene in mezzo ai suoi, Tommaso non c’è. I Discepoli gli dicono . abbiamo visto il Signore, ma Lui non crede. Non è mica facile, si può rimproverare Tommaso? Non lo so, certo forse avrebbe dovuto credere subito, aveva conosciuto Gesù, era stato con Lui, aveva visto quello che aveva fatto, ma lo aveva anche visto morire in Croce, eppure non riesce a credere che Gesù è risorto.
Allora adesso immaginate ….
Catechismo trenta ragazzi, chiassosi, rumorosi, irrequieti e agitati, come tanti gruppi di catechismo. Entra la catechista, suor Celeste, esattamente dopo Pasqua, come adesso e consegna dei foglietti sui quali vi è scritto questa domanda : Come facciamo a sapere che Gesù è risorto? Provate a rispondere sul foglio .Immediatamente un silenzio generale piombó nella sala. Giovanni, uno dei più irrequieti borbottò a bassa voce al suo amico Andrea: “ Adesso ci fanno fare anche le verifiche di catechismo”. Ma un occhiata di suor Celeste bastò per fargli chinare la testa sul foglio.
“A proposito avete un quarto d’ ora non di più”. “Ci mancavano anche le domande a cronometro”, pensò Giovanni senza alzare la testa.
Implacabile allo scadere del quarto d’ora suor Celeste, puntuale come la morte, ritirò i fogli e comincio a guardare le risposte, a volte annuiva, altre volte scuoteva la testa, fino a quando non gli capitò fra le mani il foglietto di Ernesto.
Un piccolo vispo bambino biondo, lo fece avvicinare al suo tavolo e gli consegnò il suo foglietto, dicendogli di leggerlo ad alta voce davanti a tutti i suoi compagni. Ernestino, temendo una pesante umiliazione davanti a tutti sentì la voce sprofondargli fin nelle scarpe e quasi si metteva a piangere. Suor Celeste, che quando voleva sapeva essere tenerissima, lo rassicurò e lo incoraggiò. Ernesto cominciò a leggere: “Gesù risorto è come lo zucchero che la mamma ogni mattina scioglie nel latte per prepararmi la colazione. Io non vedo lo zucchero nella tazza, ma se la mamma non lo mette, ne sento subito la mancanza. Ecco, il Signore risorto è così, anche se non lo vediamo. Se lui non c’è la nostra vita è amara, è senza gusto”.
Un applauso forte riempì l’aula, suor Celeste era raggiante, ringraziò Ernesto per la risposta così originale, semplice e vera. Poi completò: “Vedete bambini, ciò che ci fa sapienti non è il conoscere molte cose, ma l’essere convinti che Gesù risorto fa parte della nostra vita”. ( riadattato da qumran 2, i ritagli)
Come faccio a sapere che Gesù è risorto? È stata questa, forse, la domanda che è apparsa nella mente di Tommaso quando gli altri gli hanno detto di aver visto Gesù vivo. Ma Gesù è paziente e dopo otto giorni torna e invita Tommaso a toccare il suo corpo, a mettere la mano nella ferita provocata dalla lancia.
Ed ecco allora quella bellissima professione di fede: “Mio Signore e mio Dio”. Tommaso ha fatto il suo cammino e dalla incredulità è passato alla fede.
Il cammino di fede che ha fatto Tommaso è quello che siamo chiamati a fare anche noi. Certo, l’ esperienza di Tommaso è unica, ma anche noi sentiamo risuonare continuamente l’ annuncio che quel Gesù che è morto in croce è risorto ed è vivo accanto a noi, che siamo “ beati perché pur non avendo visto crediamo”.
È l’ annuncio che la Chiesa continua a fare da più di 2000 anni
In questa beatitudine possiamo risentire quel saluto di Gesù: “ Pace a voi”, che è molto di più di un augurio, ma che è quella pace che nasce dalla speranza nuova che Gesù risorto è venuto a regalarci. Quella speranza che guardando a Gesù ci dice che l’ amore di Dio vince sulla morte. Che quella vita che lui ci ha donato è per sempre e va molto, molto oltre i 100, 110, 120 anni della nostra vita umana e terrena.
Certo può darsi che tante domande tornino a venire nella nostra testa, qualche dubbio, di fronte alle cose brutte che succedono … quando arrivano ricordiamoci: … dello “ zucchero” di cui ci ha parlato Ernesto…”,
ma, soprattutto, di Gesù risorto!
qydiacdon