Dopo aver contemplato Maria che nell’annunciazione non si oppone ai piani di Dio, ma vi accondiscende pienamente; dopo averla vista raggiungere in fretta la cugina Elisabetta, affrontando un non facile viaggio fra le montagne di Giuda, e averla ascoltata in quel bellissimo canto di lode che è il magnificat, oggi la contempliamo ancora accanto al bambino nella grotta/stalla di Betlemme che “custodisce tutte questa cose nel suo cuore”. È l’ atteggiamento di colui che ha scoperto qualcosa di immensamente grande, prezioso e che non vuole perderlo, ma proteggerlo e difenderlo. È, però, un custodire che non si limita a difendere, ma vuole cogliere, penetrare il senso di ciò che è accaduto. Il custodire nel cuore non è semplicemente un ricordare, ma è un “fare memoria”, che vuol dire richiamare continuamente ciò che è accaduto e riattualizzarlo, renderlo presente di continuo nella realtà di ogni giorno.
È quanto dovremmo fare anche noi nel nuovo anno che si apre e che ci obbliga nello stesso tempo a ripensare quanto ci è accaduto nel tempo trascorso. Un tempo che forse, qualcuno vorrebbe tornasse indietro, come si fa quando gli anni cominciano ad essere un po’ pesanti, i capelli bianchi aumentato, e il mondo ci appare così diverso da come lo verremmo. Questo non è possibile e allora? Dobbiamo guardare avanti, verso un futuro che ci attende, che nessuno sa di certo come sarà e che cosa ci riserverà, ma al quale noi guardiamo con speranza. Guardiamo con speranza non perché ci rassicurano le previsioni e le parole umane, oppure gli oroscopi che in questi giorni vanno tanto di moda, ma perché vi è stato un momento in cui il tempo e la storia degli uomini sono stati segnati in modo indelebile da un fatto: “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.”
Così la storia degli uomini ha iniziato un nuovo cammino significato in quel nome: Gesù che significa: Dio è salvezza/ Dio salva. Nonostante Dio avesse parlato agli uomini attraverso i profeti è stato necessario che Egli stesso venisse fra noi nella persona del Figlio per farci scoprire Dio come Padre di amore e di misericordia, come comunione di persone, come un Dio che benedice i suoi figli, le sue creature.
Questo è possibile attraverso il sì di una donna: Maria, che proprio per questo oggi celebriamo e veneriamo come Madre di Dio.
Sempre ci vengono proposti, nel passaggio fra il vecchio e nuovo anno gesti scaramantici: indossare qualcosa di rosso, mangiare le lenticchie per propiziare abbondanza e denaro, gli stessi botti, con cui si spreca un mucchio di soldi, che con i tempi che corrono potrebbero essere impiegati in modo migliore, magari aiutando qualcuno in difficoltà …
Assieme a Maria e a Gesù, che contempliamo ancora nella tenerezza e nella dolcezza della sua venuta in mezzo a noi a Betlemme, vogliamo affrontare il futuro del nuovo anno. che ci attende, senza porre gesti scaramantici, ma facendo anche noi memoria, contemplando ciò che Dio ha fatto e continua fare per noi. Io inviterei davvero a ripensare al tempo che è passato cercando di scoprire il passaggio del Signore, facendo memoria della sua presenza nelle nostre vite e a custodire queste “cose” nel nostro cuore, nonostante vi possano essere stati momenti difficili, forse anche tragici … per guardare al nuovo che viene con fiducia e con speranza. Maria ci accompagna suggerendoci il modo con cui possiamo affrontare la vita e la storia, che stanno comunque nelle mani del Signore, che sono sotto il suo sguardo, come lo è ognuno di noi, e su tutto invochiamo la sua benedizione.
Quella benedizione che ci ricorda la prima lettura: “Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Oggi si celebra e si prega anche per la pace. Il nostro mondo è dilaniato dall’ odio e dalla violenza, anche religiosa, anche quella che vede, nonostante tutti facciano finta di non accorgersene, un conflitto anche di civiltà. Il Signore che viene a Betlemme è il principe della pace, noi invochiamo Maria come Regina della Pace, quando preghiamo il rosario nelle litanie, e preghiamo per la pace nel mondo, fra i popoli e le nazioni, nelle nostre famiglie, ma perché sia prima di tutto nei nostri cuori. Se non vi è la pace nel cuore è difficile essere “costruttori di pace” .
Venga la pace nei nostri cuori perché il tempo che si apre sia un tempo di pace e di serenità, quella pace che si può realizzare e costruire solo se si accetta il Vangelo, quella Buona Notizia che il Signore Gesù ha annunciato e per cui ha donato se stesso sulla Croce.
Quando preghiamo l’ Ave Maria diciamo sempre Santa Maria Madre di Dio, a lei che è madre ci affidiamo con fiducia, con la certezza che ci guiderà a Gesù, che continuerà a porgerlo e che come, fece alle nozze di Cana continuerà a dirci: “Fate quello che vi dirà”, non disperate perché il Signore è fedele alle sue promesse, mantiene sempre la sua parola.
Con questa fiducia accogliamo il nuovo tempo che si apre chiedendo a Maria di guidarci, prenderci per mano, per essere fedeli come lei è stata a quella proposta che il Signore fa’anche a ciascuno di noi: accoglierlo nella nostra vita!
Buon Anno “nella Misericordia del Signore”!
qydiacdon