I tre Re Magi provenivano da punti diversi del mondo.
Due erano bianchi, il terzo era nero.
I tre re seguivano la stella che li guidava dall’alto del cielo. Ma una notte, la persero. Invano scrutavano il cielo: quell’astro splendente che li aveva guidati per notti e notti non c’era più.
I due Re Magi bianchi, saggi e matematici insigni della Mesopotamia, subito cominciarono a tracciare linee e cerchi nella sabbia con i loro bastoni.
Poi si immersero in calcoli ed equazioni, sempre più sottili e complicati. Tenevano lontano il Re nero. Secondo loro, nulla sapeva della vera scienza.
Il Re nero approfittò della pausa imprevista.
I cammelli erano stanchi e assetati. «Dovremmo pensare anche ai poveri animali» pensò. Si procurò un secchio e cercò l’acqua alla fonte di un villaggio. Poi tornò e porse il secchio al primo cammello.
Mentre teneva il secchio sotto il muso dell’animale, ritrovò la stella.
Si rispecchiava nell’acqua del secchio. Danzava in silenzio, sull’acqua che il cammello avidamente beveva.
Così i tre Re Magi ritrovarono la strada per Betlemme.
(don Bruno Ferrero, da Storie di Natale)
«Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli…” ( Lc 10,21 )
“ La porta della Basilica della Natività a Betlemme è così bassa, che si può varcare soltanto inchinandosi fino all’ altezza di un bambino”. ( G. Pastorino )